Un team di ricercatori statunitensi ha condotto uno studio per capire cosa accade al cervello durante l’anestesia totale: i risultati.
La ricerca in campo medico è sempre in aggiornamento e gli studi si susseguono per cercare di trovare nuove cure, ma anche per capire gli effetti di determinati farmaci sui pazienti. Proprio di recente, un’analisi condotta da un gruppo di scienziati ha voluto esaminare cosa accade al cervello quando una persona viene sottoposta ad anestesia totale.
La procedura in questione viene utilizzata in campo medico per sottoporre i pazienti ad interventi chirurgici, anche molto delicati, così da non percepire dolore. Nel dettaglio, vengono somministrati dei farmaci che inducono il soggetto in uno stato di incoscienza. Vediamo cosa è emerso dal recente studio che rappresenta un grande passo per la medicina così da capire come i farmaci possano agire sulla coscienza.
Anestesia totale, lo studio di un team di ricercatori dell’Università del Michigan
Quando un paziente deve essere sottoposto ad un intervento chirurgico particolarmente doloroso, prima dell’operazione vengono somministrati dei farmaci anestetici, per via orale o endovenosa, che portano il soggetto in uno stato di totale incoscienza. Questa procedura viene chiamata anestesia generale, nota anche come anestesia totale.
In tal modo, il paziente non sentirà nessun dolore durante l’operazione entrando in quello che i medici chiamano “coma farmacologicamente indotto” che gli impedirà anche di capire cosa sta accadendo in quei momenti.
Proprio in merito al trattamento in questione, un team di ricercatori dell’Università del Michigan ha condotto uno studio per capire quali siano gli effetti sul cervello e cosa accade a quest’ultimo dopo la somministrazione degli anestetici. Gli esperti, per capire quanto accade durante il trattamento, hanno effettuato delle risonanze magnetiche al cervello di alcuni pazienti prima e dopo la somministrazione dell’anestetico. Nello specifico, il propofol.
I risultati
Stando a quanto emerso dalla ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, i neuroni dei pazienti “si spegnerebbero” ed il soggetto finirebbe in uno stato di incoscienza. In particolare, il propofol andrebbe a ridurre in maniera significativa l’attività di alcune cellule del talamo, questo farebbe sì che gli impulsi sensoriali vengono ricevuti, ma non rielaborati. Infine, è stato evidenziato come il Gaba, neurotrasmettitore inibitorio, non sia molto coinvolto nell’azione dell’anestetico, contrariamente a quanto si credeva