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Salute e Benessere

Carezze, l’effetto che hanno sul cervello e sullo sviluppo dei più piccoli

Pubblicato da
Nadia Fusetti

Quale effetto hanno le carezze sul nostro cervello? Ecco che cosa dicono gli studiosi a riguardo e sono informazioni molto interessanti.

Carezze, l’effetto che hanno sul cervello e sullo sviluppo dei più piccoli (Inran.it)

Non c’è dubbio sul fatto che abbiamo bisogno del contatto umano per sentirci meglio. Alcune persone potrebbero dissentire, soprattutto se non lo amano particolarmente, ma devono pensare non solo alle carinerie tra familiari o coppie, ma anche e soprattutto quelle fatte sui bambini. Un bacino o una carezza, a volte, su una ferita, li fa smettere di piangere.

Allora, che cosa accade al cervello quando sente una carezza? Alcuni studi scientifici hanno indagato a fondo su come potrebbe percepire il cervello e cosa implica soprattutto per i più piccoli. È il caso, quindi, di approfondire l’argomento e capire quali sono state le conclusioni della ricerca.

La psicologia lo ha sempre detto che per uno sviluppo corretto del bambino l’affetto era determinante. Ora però ci sono delle prove scientifiche che sostengono questa tesi. Andiamo con ordine e cerchiamo di comprendere meglio.

Che effetto ha la carezza sul nostro cervello?

Bambino accarezzato dalla madre (Inran.it)

Il neonato ha già sulla pelle dei recettori che sentono il tocco del genitore. Dunque, anche il bambino appena nato riesce a percepire la carezza della mamma. Scientificamente, il tocco viene trasmesso come un impulso nervoso al cervello e, in particolare, arriva ad una zona che si chiama corteccia somatosensoriale.

Questa corteccia è l’ultima a formarsi. Inizia quando il bambino è ancora nella pancia, ma si completa un po’ dopo la sua nascita. Questo significa che quello che accade nei primi momenti è fondamentale e lo è anche la carezza. Uno studio scientifico su bambini prematuri ha dimostrato che l’affetto e il tocco della mamma riescono ad agire sulla corteccia e su altre zone del cervello facendole maturare più velocemente.

Dunque, un contatto con la mamma nelle prime settimane di vita attiva molte connessioni (sinapsi) nella corteccia somatosensoriale e in altre zone superficiali del cervello, ma c’è un profondo cambiamento anche nelle parti più interne. L’ippotalamo, ad esempio, produrrà grandi livelli di ossitocina, l’ormone della felicità, e diminuirà la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. L’ossitocina è fondamentale per il sistema nervoso simpatico.

Non solo, le carezze della madre riescono a rendere più forte anche la zona del sistema limbico. Questa è fondamentale perché è proprio dove si genera la paura, l’emotività, il comportamento sociale e la memoria. Dunque, per gli studiosi è assolutamente chiaro il fatto che il contatto della mamma nei primi mesi di vita del bambino è assolutamente fondamentale e può avere conseguenze anche sul comportamento del bambino quando cresce.

 

Nadia Fusetti