La situazione sta diventando sempre più preoccupante e soprattutto allarmante: ormai i focolai in Italia sono diventati ben 24
Sono decenni, oramai, che si sente parla della diffusione di questo specifico virus ma adesso la situazione sembra aver raggiunto un punto di rottura per quanto riguarda la peste suina africana.
Trasportato tramite la carne in paesi esteri, la situazione sembra ormai essere sfuggita per quanto riguarda i focolai in Italia: ma di quanto parliamo?
Le parole degli esperti
Ebbene sì, appare ormai chiaro che la situazione sta sfuggendo di mano e soprattutto non sembra destinata ad arrestarsi. In particolar modo per quanto riguarda l’Italia, infatti, i numeri in merito ai focolai registrati per quanto riguarda la peste suina africana non fanno ben sperare ma anzi stanno contribuendo a impensierire e anche a preoccupare tutti noi. Come dichiarato dallo stesso Commissario Straordinario per l’emergenza, ovvero Giovanni Filippini, la situazione è complessa. Tuttavia invita a non fare allarmismi non necessaria, in quanto specifica che sebbene la situazione si stia senza dubbio diffondendo, non si può e non si deve ancora parlare di una situazione drammatica.
Dunque, come spiega lui stesso, è senza dubbio chiaro che ci troviamo tutti quanti nel bel mezzo di una ondata epidemica e, com’è giusto che sia, la situazione desta non poche preoccupazione. Soprattutto, sottolinea, per quanto riguarda le associazioni e gli allevatori. Ma, ci tiene a sottolineare, si stanno cercando di prendere tutte le misure necessaria, oltre che a mettere in atto anche i provvedimenti di cui si ha bisogno per evitare che la situazione si moltiplichi ulteriormente. Ma nello specifico di che entità di diffusione stiamo parlando?
Aumentano i focolai in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico, i focolai contati al momento sono ben 24. Ne possiamo contare, infatti, 18 in Lombardia, 5 in Piemonte e per finire solo uno in Emilia Romagna. Numeri che interessano in particolar modo il Nord Italia e che destano non poche preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda la Lombardia e il purtroppo crescente Piemonte. Al momento, proprio per questo motivo, la consapevolezza sta aumentando e soprattutto anche le istituzioni stanno cercando di armarsi per poter reagire a questa diffusione.
Il virus, non c’è da nasconderlo, è dilagata, come sostiene anche Elio Martinelli (presidente di Assosuini), mettendo in questo modo a rischio l’intero comparto. L’importante, adesso, è dunque cercare di evitare quanto più possibile che questo virus raggiunga quelle che sono le zone più delicate e che sono soprattutto più interessate per quanto riguarda la suinicoltura italiana. In quel caso, infatti, i danni sarebbero molto più importanti e soprattutto ancora più difficili da limitare sia per gli allevatori, spiegano gli esperti, che anche per i salumifici e i prosciuttifici.