Colore del pollo, se noti questa incongruenza al supermercato non andare nel panico: ecco le linee guida per orientarsi e non sbagliare più.
Quando, al supermercato, si passa davanti al bancone della carne preconfezionata, è impossibile non scontrarsi con una lampante differenza che non fa nulla per mantenersi segreta ai nostri occhi: il fatto che il pollo non sia per niente “tutto uguale”.
Se poni particolare attenzione, non potrai non notare che una varietà si presenta di un colore più chiaro, tendente al bianco, mentre l’altra si caratterizza per un colore più vicino al giallo.
Come è possibile una discrepanza del genere? Che il pollo di colore più scuro sia avariato rispetto a quello di colore più chiaro? Tutto il contrario! La qualità del pollo, argomento che infiamma spesso le polemiche (ecco alcuni suggerimenti su come acquistare quello giusto), non è affatto da mettere in discussione.
Cosa determina, dunque, la differenza di cui ti abbiamo parlato, e che avrai già sicuramente captato con i tuoi occhi? Cerchiamo di scoprirlo insieme nel proseguo dell’articolo.
Pollo, perché una varietà è bianca e l’altra è gialla: ti sveliamo da cosa dipende
Sfatiamo il falso mito secondo cui il pollo di colore giallognolo sia un pollo avariato rispetto a quello di tonalità più chiara. Tutto sta, come svela un approfondimento di Greenme.it, nel tipo di frumento con il quale sono stati alimentati i polli. Nulla a che vedere, dunque, con differenze di razza.
Nella fattispecie, quei polli che vengono alimentati principalmente con mais tendono a presentare una pelle dal colore più accesso, che dà sul giallo. Questo accade perché il mais è ricco di carotenoidi, quei pigmenti naturali che sono responsabili anche della nostra abbronzatura.
Al contrario, gli esemplari che seguono una dieta principalmente a base di frumento manifestano un colore della pelle più chiaro, che va dal bianco a sfumature di rosato. Questo perché il frumento, a differenza del mais, è povero di carotenoidi.
C’è però un’ulteriore precisazione che è fondamentale chiarire. Al netto della consistenza più o meno soda e dal sapore più o meno delicato che queste due tipologie di carne presentano, il colore non ha nulla a che vedere con la salubrità dell’alimento.
Pollo andato a male, come me ne accorgo? I particolari a cui prestare attenzione
Se invece il tuo problema dovesse essere quello di capire se il pollo è andato a male o meno, le caratteristiche a cui prestare attenzione sono ben altre. Si va, in questo caso, da una modificazione del colore della carne, fino all’emanazione di un odore tutt’altro che gradevole.
Se noti che la pelle del pollo ha assunto una colorazione grigio-verdastra, con macchie di muffa che hanno iniziato a fare la loro comparsa, allora la carne dovrà essere immediatamente gettata nel cestino dell’umido.
A venire in tuo soccorso è anche un altro alleato prezioso: l’olfatto. Se, annusando la vaschetta di pollo che conservi in frigo da qualche giorno, ti accorgi che l’odore che emana è tutt’altro che gradevole, questo deve essere per te un campanello d’allarme.
Infine, non trascurare di prestare attenzione alla consistenza. Se il pollo, da sodo e duro, si presenta flaccido e viscido, non può che significare una cosa sola: è giunta l’ora di sbarazzarsene.