Metodi efficaci per restare calmi anche nelle situazioni peggiori

Come riuscire a restare calmi nelle situazioni peggio: ecco alcuni metodi efficaci per riuscire a gestire la rabbia.

Emozioni
Come gestire le emozioni: ecco le fasi per la rabbia (Inran.it)

Riuscire a gestire le emozioni non è un lavoro semplice. Il nostro rapporto con le emozioni, in una società sempre più materiale e meno interiore, non ci permette nemmeno di capire quali siano i giusti equilibri. In questo continuo dibattito interno che si costituisce nel rapporto fra noi e l’esterno, eccoci a chiederci come è possibile poter vivere meglio e gestire emozioni come la rabbia. Oggi proveremo a discuterne con l’aiuto delle dichiarazioni di Ana Maria Sepe, psicologa e fondatrice della rivista Psicoasvisor.

Rabbia: ecco come riuscire a gestire questa emozione

Gestione delle emozioni
La rabbia: ecco come poterla gestire al meglio (Inran.it)

Un primo punto che dobbiamo comprendere è il soggetto della nostra storia. Sì, perché nell’emozione della rabbia spesso ci troviamo a identificare il soggetto fondatore di questa emozione in qualcosa di diverso da noi. Eccoci quindi colpevolizzare un’evento o una persona esterna a noi che ci scaturisce il disagio e, quindi, l’ira. Ma, e qui entra in gioco il tema del soggetto, come ci spiega anche la psicologa, c’è chi provoca e chi subisce. Questo secondo vive l’emozione e, quindi, è colui che costituisce l’emozione.

Ecco quindi che cambia il punto di vista e cambia il rapporto con il problema. Non è qualcuno che ha in mano le nostre emozioni, ma noi. La rabbia che proviamo è nostra e non dobbiamo cederla a qualcun altro o non avremo modo di gestirla. Io sono il possessore dei miei sentimenti ed è il mio mondo interno che io regolo in contrapposizione con quello che succede attorno a me. Quindi eccoci verso l’accettazione dei sentimenti e accettare la propria rabbia. Questa dote, questa capacità, che ci permette di capire e di lavorare sul fatto che siamo noi a dove capire come gestire la rabbia è definibile come intelligenza emotiva.

Intelligenza emotiva: come riuscire a gestire la rabbia

Quindi qual è l’obiettivo? L’equilibrio e la fiducia in se stessi, tanto da essere coloro che sono in grado di gestire i rapporti emotivi interni. Ecco che allora reagire con la rabbia contro qualcuno è come mettere in mano la nostra stabilità emotiva in qualcun altro, così perdendone il controllo. Siamo noi a dover gestire tutto questo e per farlo possiamo passare attraverso tre fasi essenziali di questo percorso. Come ci spiega la psicologa Ana Maria Sepe ecco tre punti essenziali: dobbiamo imparare a scoprire l’origine della rabbia; non trasformare la discussione come qualcosa di personale; cambiare il modo di pensare e di vedere la rabbia.

Capire l’origine della nostra rabbia è essenziale. Non è la discussione o l’evento ad essere l’origine, ma la fiamma che accende la miccia della nostra dinamite. Comprenderne l’origine depotenzia il problema momentaneo e aiuta ad elaborare il problema presente, senza rimanerne sopraffatti. Esercitarsi, quindi, sempre a guardarsi dentro e, quindi, riprendere il controllo di noi stessi.

Le giuste fasi per gestire la rabbia

Equilibrio e pace
Rapporto con le emozioni: ecco come gestire la rabbia (Inran.it)

Essenziale è non prendersela come qualcosa di personale. Sembra una frase fatta, forse anche molto fastidiosa, ma che ci spiega un fattore importante. Se siamo in grado di non pensare e non identificarci nel problema, prendendola, quindi, sul personale, possiamo contestualizzare oggettivamente cosa sta succedendo. Ecco quindi che possiamo comprendere perché sta succedendo e da dove è l’origine di questo continuo contrasto.

Infine è importante cambiare il modo di pensare. Riuscire a mantenere la calma significa anche vivere diversamente la situazione e cambiare il modo di rapportarsi con il problema presentato. La rabbia assume, quindi, un valore specifico della situazione e, in particolar modo, specifico per l’evento che sta seguendo. Cambiare modo di pensare, ci consiglia la dottoressa Ana Maria Sepe, potrebbe essere quello di vedere la rabbia come un dono dell’altro, in base a tutti gli insulti tossici che costituiscono la conversazione. Se noi decidiamo di non accettare quelle donazioni non daremo il controllo dell’altro su di noi e avremo modo di gestire la nostra rabbia.

Lorenzo Angelini

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