Perché bisognerebbe preferire lo sgombro al salmone: il motivo preciso per il quale optare per la prima tipologia di pesce, a scapito della seconda.
Quando ci rechiamo nei reparti pescheria dei supermercati, i nostri occhi vanno subito alle tipologie di pesce che più ci piacciono. Una su tutte? Il salmone, del quale possiamo scegliere di acquistare i filetti, oppure direttamente il trancio.
I modi per cucinare questo pesce e sbizzarrirci, d’altro canto, sono molteplici. C’è chi ama cuocerlo in forno, magari in crosta di patate, e chi invece preferisce adoperare questo pesce dal sapore squisito nell’antipasto. Ed ecco che la bruschetta a base di salmone e avocado fa presto ad essere servita.
Si è però sviluppata, negli ultimi tempi, una riflessione a cui faresti bene a prestare attenzione rispetto al salmone. L’idea, cioè, che varietà di pesce quali lo sgombro – e in generale tutti i pesci selvatici – siano di gran lunga più salutari quando si tratta di dover scegliere al supermercato. Le ragioni? Te le sveleremo nell’articolo che segue.
Sgombro, perché dovresti preferirlo al salmone: ecco cosa dicono gli esperti
Al pari del salmone, anche lo sgombro è una tipologia di pesce che può essere cucinata e servita in mille modi differenti (basta pensare allo sgombro al cartoccio). La domanda che ti abbiamo instillato in testa, e alla quale vorresti dare subito una risposta, è però la seguente; perché preferire lo sgombro al salmone?
Semplicemente perché la produzione di salmone allevato porta con sé, inevitabilmente, la riduzione di numerosi nutrienti essenziali rispetto ai pesci selvatici che, invece, vengono utilizzati come alimentazione.
Il consumo proprio di questi pesci selvatici, spiegano gli esperti, andrebbe non solo ad apportare molti più nutrienti, ma anche a diminuire la pressione che la pesca intensiva esercita sulle risorse marine.
Le ricerche, in modo particolare, hanno dimostrato come, nel momento in cui al salmone allevato vengono proposti pesci selvatici edibili come nutrienti, si manifesta una diminuzione di sei dei nove nutrienti nel filetti di salmone. Parliamo, nella fattispecie, di calcio, ferro, iodio, vitamina B12, vitamina A e omega 3.
A supportare gli esiti delle ricerche sono anche le parole del dottor David Willer (dipartimento di Zoologia all’Università di Cambridge), il quale afferma che la maggior parte delle specie di pesci selvatici adoperati come mangime del salmone presenta una densità maggiore di micronutrienti rispetto allo stesso salmone allevato. Quali le conclusioni, dunque?
Più sgombro e meno salmone: come fare il pieno di micronutrienti essenziali
Se l’assunzione di salmone allevato non ci garantisce un corretto apporto dei micronutrienti essenziali, proprio per i fattori che abbiamo appena sviscerato, la conseguenza non può che essere una sola.
Come spiega anche il dottor Willer, occorrerebbe mangiare una varietà di gran lunga più ampia di pesci selvatici – sgombro in primis – per assicurarsi un corretto apporto dei nutrienti nel piatto.
Non è un caso, del resto, che il 71% degli adulti che abitano nel Regno Unito presentano una carenza di vitamina D in inverno, oltre che carenze di selenio, ferro e iodio. A spiegare il fenomeno sono i dati dei consumi di pesce: il 24% degli adulti mangia salmone settimanalmente, ma solo il 5,4% consuma abitualmente sgombro.