Sempre più persone, soprattutto all’estero, utilizzando la carta igienica umidificata. Ma commettono questo inconsapevole errore
La carta igienica può sembrare apparentemente un prodotto futile, di poco conto, ma in realtà è uno degli articoli più acquistati dagli italiani. Basta pensare che durante il periodo del Covid-19 e il conseguente lockdown, la carta igienica è stata presa d’assalto, anche più dei generi alimentari. Tutti volevano assicurarsi di avere scorte in casa. Sappiamo bene che si tratta di un prodotto indispensabile, davvero difficile da farne a meno. Quindi anche il suo costo è abbastanza considerevole a fine anno.
C’è però un escamotage per risparmiare. Basta fare una leggera pressione sul rotolo prima di inserirlo nel portarotolo, in modo che esce la quantità necessario di carta. In questo modo non la sprechiamo. Poco fa, c’è stata anche un’allerta di sostanze tossiche sulla carta igienica, quindi bisogna fare attenzione.
Si è parlato anche di un’alternativa alla carta igienica con un calo drastico delle vendite. Ecco di cosa parliamo. Spesso, quando gli italiani vanno all’estero, usano, invece, la carta igienica umidificata. Questo perché nella maggior parte dei paesi europei non ci sono i bidet. È abitudine comune, quindi utilizzare la carta igienica umidificata. Ma cosa sappiamo realmente di questo prodotto? In realtà commettiamo un errore, spesso inconsapevolmente.
Carta igienica umidificata: ecco l’errore da non commettere
L’associazione spagnola Ocu ha condotto un’analisi approfondita su diverse marche di salviette umidificate, portando alla luce alcuni aspetti critici riguardanti questi prodotti. Lo studio ha esaminato quattro marche di salviette, scoprendo che, nonostante le etichette pubblicizzino la loro biodegradabilità, nessuna di esse si disintegra completamente nell’acqua entro 48 ore, a differenza della carta igienica tradizionale.
In particolare, le salviette analizzate contengono fibre sintetiche, che non solo non si dissolvono completamente, ma si frammentano in pezzi che possono variare in dimensioni. Le salviette delle marche Colhogar e Scottex tendono a rompersi in pezzi più piccoli, mentre quelle delle marche Bosque Green e Eroski generano frammenti più grandi. Indipendentemente dalla marca, tuttavia, nessuna delle salviette testate si dissolve completamente nell’acqua.
Questo fenomeno può causare seri problemi nei sistemi idraulici domestici e negli impianti di trattamento delle acque. I frammenti di salviette possono infatti incastrarsi nei tubi e nei filtri, portando a intasamenti e potenziali danni agli impianti. Inoltre, il rilascio di fibre sintetiche nell’ambiente acquatico rappresenta un rischio per l’ecosistema, in quanto contribuisce alla diffusione di microplastiche, sostanze dannose per la fauna marina e potenzialmente per la salute umana.
Ocu ha così concluso che le salviette umidificate non offrono alcun vantaggio igienico rispetto alla carta igienica convenzionale. Anzi, l‘uso di questi prodotti può comportare più danni che benefici, sia a livello di infrastrutture domestiche che ambientali. L’associazione raccomanda quindi di continuare a utilizzare la carta igienica tradizionale per evitare questi problemi. Tuttavia, se si decide di utilizzare salviette umidificate per motivi di praticità, come durante i viaggi, è fondamentale non gettarle mai nel wc, ma smaltirle nei rifiuti indifferenziati per evitare danni e inquinamento.