Dal tuo comune arriva un Bonus se scegli di diventare mamma, nel 2024 gli importi sono cambiati: proviamo a capirne di più.
Stai per diventare mamma e vuoi sapere se ti spetta qualcosa da parte di Stato o Comune di residenza? Abbiamo la risposta alla tua questione, che negli ultimi anni si è abbastanza semplificata rispetto al passato. Questo perché con l’avvento dell’Assegno Unico, sono stati accorpati tutta una serie di sussidi legati a figli minori, ed è anche stato cancellato il bonus bebè, ormai dalla fine del 2022.
Ma davvero l’Assegno Unico Universale è l’unico sobstegno che arriva a una famiglia che sceglie di avere un figlio, e soprattutto questo aiuto da parte dello Stato è sufficiente oppure no? A nostro avviso, la risposta alla seconda domanda è negativa: questo sostegno, leggermente più alto fino al compimento di un anno, si abbassa poi ed è davvero un aiuto minimo rispetto alle necessità di un bambino.
Il Bonus che i Comuni erogano a chi è appena diventata mamma
Rispondiamo ora alla prima questione: l’Assegno Unico Universale non è l’unico aiuto che arriva alle famiglie, ma se stai per diventare mamma devi sapere che puoi usufruire di una serie di incentivi sin da subito, e nei primi anni di vita del bambino. Lo scorso anno, ad esempio, alcuni comuni avevano previsto un Bonus una tantum da 500 euro ai neonati dell’annata 2023, che però è scaduto a fine febbraio 2024.
Gli stessi enti comunali, invece, come ci spiega molto bene l’INPS, prevedono da molti anni un assegno una tantum ben più consistente, il tuo valore per il 2024 ammonta a 404,17 euro per cinque mensilità, vale a dire 2.020,85 euro complessivi. Questa misura spetta a chi ha un ISEE massimo di 20.221,13 euro ed è nota come assegno di maternità di base.
Si tratta di un bonus erogato solitamente in un’unica soluzione, riservato a cittadini italiani, comunitari o stranieri con regolare permesso di soggiorno, che siano privi di copertura previdenziale e che non abbiano già altri assegni di maternità INPS. In sostanza, questo bonus non è cumulabile con altri trattamenti previdenziali, ma si può ottenere comunque una eventuale quota differenziale.
Ma c’è un momento in cui fare domanda per ottenere questo prezioso incentivo, sicuramente di aiuto per le prime e importantissime spese legate alla nascita di un bambino? Certo che sì: la domanda deve infatti essere presentata al comune di residenza in termini perentori, ossia entro sei mesi dalla nascita, ovvero adozione o affidamento preadottivo del bambino.