Tenere un diario in modo ponderato è un atto di amor proprio che può aiutarti a comprendere meglio te stesso e promuovere la crescita personale.
Ci sono azioni che vengono ritenute adolescenziali, ma che invece non solo fanno bene per tutta la vita, ma non dovrebbero essere prese alla leggera. Una di queste, forse lo sapevi già, è quella di tenere un diario. Per molte persone, è una delle azioni segrete che si fanno lungo tutto l’arco della vita, altre attivano questa propria modalità in alcuni momenti particolari.
Quello che è assolutamente certo è che tenere un diario non è “roba” da teenager, e anzi dovrebbe essere una sana abitudine. Per cui, ora tocca a te: trova un posto confortevole e privato, crea un ambiente accogliente, ad esempio con una tazza di tè caldo, e usa il flusso di coscienza, scrivi senza giudizio, senza fermarti per correggere. Non devi scrivere un’autobiografia, ma dare sfogo ai tuoi pensieri.
Perché è davvero importante al proprio benessere riuscire a tenere un diario
Un diario può essere aggiornato durante tutto l’arco della giornata, ma una delle situazioni migliori è quella di inserire questa pratica nella nostra routine serale: ci aiuterà davvero a riposare meglio. Chiariamo qui che questo non è un articolo scientifico e che comunque, se pensate di stare male con voi stessi, dovete rivolgervi a un professionista, come uno psicologo o psicanalista, che saprà indirizzarvi nel modo giusto.
Ma fatta questa dovuta considerazione, vi assicuro che personalmente tenere un diario mi ha dato sostegno in diversi momenti della mia vita. Tenere un diario è per tutti e non richiede competenze speciali, solo un quaderno e una penna o un dispositivo digitale, e uno dei metodi migliori è il cosiddetto “call-and-response”, ovvero scrivi una pagina come se stessi dando consigli a un amico e risponditi da solo.
Ma cosa succede al nostro corpo quando scriviamo i nostri pensieri sul diario? Secondo gli esperti, questa attività mette in funzione la corteccia prefrontale del cervello, responsabile della pianificazione, delle decisioni e della regolazione emotiva, riducendo l’attività nell’amigdala, che elabora le emozioni. Così, avremo reazioni emotive meno intense e verrà invece favorito il pensiero resiliente e positivo.