Ho scoperto un bar italiano in cui tutto viene preparato direttamente da dei bracci robotici: ecco dove si trova, e cosa ne penso.
Che i robot sarebbero presto divenuti la nuova frontiera del futuro, ormai, era risaputo. Capaci di sostituirsi agli esseri umani in molte delle operazioni e dei gesti che compiamo ogni giorno, questi apparecchi sono spesso dotati di tecnologie di ultima generazione che fanno ben poco rimpiangere i loro “predecessori”.
Da un lato, l’esistenza di praticissimi strumenti come il robot da cucina ci ha praticamente salvato la vita, consentendoci di risparmiare tempo ed energie preziose che non vengono più impiegati per pulire, bensì spesi in tutt’altra maniera. Stesso discorso per quel che concerne l’utilità dei suddetti apparecchi in campo medico (qui troverai un validissimo esempio a tal proposito).
Ma come la mettereste se i robot arrivassero a sostituire persino quelle professioni che, al principio, parevano non affidabili a strumenti meccanici? Ve la immaginate la possibilità di entrare in un bar in cui tutto vi venga servito da dei bracci robotici?
Se la risposta è “no”, preparatevi a riconsiderare le vostre tesi e a fiondarvi in uno dei primi bar italiani in cui tutto – letteralmente tutto – è compiuto da dei robot. Ed in cui, ad eccezione dei clienti, non troverete alcun “braccio umano” all’opera.
Il bar italiano completamente robotico: ecco cosa troverai al suo interno
È stato inaugurato l’11 aprile scorso in via Carlo Alberto 11, a Torino. Si chiama Shaker, nome che ricorda proprio l’azione di shakerare i cocktail che, nei bar, vengono preparati da barman e serviti direttamente ai clienti. Peccato, però, che in questo esercizio pubblico non vi sia alcun dipendente.
I centinaia di turisti e curiosi che ogni giorno si affacciano alla porta del bar, infatti, si trovano di fronte un locale completamente robotico. In cui, cioè, le ordinazioni possono essere fatte tramite tablet e “consegnate” direttamente a bracci robotici che abbiano il compito di servire i clienti. Tra i quali spicca un sofisticato braccio robotico progettato proprio per preparare fino a 60 cocktail, attingendo da 70 bottiglie diverse
Un bar, dunque, in cui intelligenza artificiale e tecnologie di ultima generazione si intrecciano, toccando le più alte punte che si siano mai viste in Italia in tema di automatizzazione. La questione su cui rimane da interrogarsi, pertanto, non è sulla rapidità – incontrovertibile – del servizio, quanto sull’appeal che uno stabile quasi sprovvisto di presenze umane possa esercitare.
Il bar in cui troverai “quasi” tutti robot: ecco l’effetto che potrebbe scatenare in te
I “dipendenti” sono quasi tutti robot, fatta eccezione per un bar manager umano che vi accoglierà all’ingresso, supervisionando al contempo il lavoro svolto dai vari computer e bracci meccanici. Ma qual è l’impatto che il bar torinese provoca sui clienti?
In primo luogo, innanzitutto, c’è il disorientamento. Nessuno di noi, del resto, è abituato a vedersi servire il caffè o il cappuccino da degli strumenti inanimati, con i quali non è possibile scambiare nemmeno il benché minimo accenno di parola.
Da un altro punto di vista, poi, vi è la pressoché totale disumanizzazione del locale, in cui si è praticamente obbligati a confrontarsi con gli altri clienti, se solo si desidera respirare una piccola parvenza di relazionalità.
I punti a favore? La rapidità con cui i bracci robotici eseguono i loro gesti, ma anche la spettacolarità del vedere con i propri occhi fin dove la tecnologia è in grado di spingersi. E fino a che punto è in grado di intrecciarsi con le attività umane.