Il “mal di sushi” colpisce sempre più persone d’estate: come dovresti mangiarlo quando fa caldo (per evitare problemi)

Se sei un appassionato di sushi, fai attenzione a questa patologia, ecco come dovresti mangiarlo per non avere problematiche.

Come dovresti mangiare il sushi
Il “mal di sushi”, che è- (Inran.it)

Il sushi è sempre più popolare anche in Occidente, ormai infatti ci sono moltissimi locali che propongono una cucina di questo tipo, alcuni sono più sofisticati di altri e anche il prezzo può cambiare di molto. Alcuni ristoranti di questo tipo, propongono anche la formula “all you can eat” a un prezzo fisso, che permette di poter ordinare qualunque cosa mangiando quanto si vuole, a patto però che si finisca quanto ordinato per limitare gli sprechi. Quando si parla di cibo, bisogna prestare attenzione quando il prezzo è troppo conveniente.

Il sushi di base è un alimento abbastanza sano, infatti se il pesce è di qualità, e se ne mangia in quantità moderate, possiamo assumere diverse sostanze nutritive. Alcuni soggetti, hanno avuto diverse problematiche correlate al consumo di sushi e altri alimenti similari. Proprio per questa ragione, talvolta si parla addirittura di “mal di sushi”, vediamo di che cosa si tratta.

Che cosa si intende per mal di sushi

Sindrome sgombroide, sintomi
Intossicazione alimentare- (Inran.it)

A quanto pare, in Toscana in particolare, ma probabilmente anche in altre zone, il “mal di sushi”, ha colpito diversi soggetti. A confermarlo sarebbe la responsabile del centro di referenza per le tossinfezioni alimentari, nella regione Toscana infatti, dal 2002 al 2016, il disturbo avrebbe colpito circa 321 persone, il 41% di esse solo negli ultimi quattro anni.

Il “mal di sushi”, è un nome dato alla sindrome sgombroide, non è altro che un’intossicazione alimentare, a provocare questa reazione, è l’ingestione di una sostanza chiamata istamina. Possiamo trovarla nei prodotti ittici, come risultato della decomposizione dell’istidina, un amminoacido che si trova diverse specie, come ad esempio tonno, sgombro, sarde e sardine. Se la conservazione di questi alimenti non è corretta, la decomposizione accelera e si formano grandi quantità di istamina.

Sindrome sgombroide, i sintomi e le caratteristiche

L’istamina non è una sostanza nociva in generale, infatti è già presente nel nostro corpo, e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del nostro sistema immunitario. Quando veniamo a contatto con sostanze verso le quali siamo sensibili, il nostro organismo mette in moto l’istamina, che provoca diversi sintomi, come eruzioni cutanee, difficoltà respiratorie, tachicardia eccetera, ciò accade ad esempio nel caso di una reazione allergica.

La sindrome sgombroide in particolare, ci colpisce in quanto l’istamina non è prodotta dal nostro organismo, ma dall’alimento che ingeriamo in quanto è deteriorato. Tra i sintomi che possono comparire, ci sono mal di testa, bruciore alla bocca, nausea, vomito, diarrea, dolori come crampi addominali. Nelle forme più gravi, potrebbe comparire anche la febbre, insorgere difficoltà respiratorie, palpitazioni, ipertensione e ischemia miocardica. Per evitare di incorrere in queste problematiche, è fondamentale consumare del pesce crudo di qualità, in modo tale che si evitino contaminazioni. La freschezza del pesce inoltre, e degli altri alimenti che ingeriamo, è molto importante e non va sottovalutata neanche per gli alimenti cotti.

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