Ero abituata a consumare sempre da sola i miei pasti, poi il dottore mi ha rivelato una cosa che non mi aspettavo. Sono certa che stupirà anche te!
Quanto spesso, anche se si vive in coppia o in famiglia, ci si ritrova a consumare i pasti principali in solitudine? Le ragioni di una simile circostanza sono molteplici. E non tutte, bada bene, hanno a monte il fatto che si possa aver scelto di vivere da soli.
Potrebbe infatti accadere che, per questioni scolastiche o lavorative, tu tenda a svegliarti prima rispetto ai tuoi genitori o al tuo/a partner. Per questo motivo ti concedi una colazione che ti faccia fare il pieno di calorie (qui per una ricetta super golosa), in rigorosa solitudine. Ben attento a non disturbare coloro che ancora dormono.
Lo stesso può accadere per il pranzo. Se sei a lavoro e tutti i tuoi colleghi tornano a casa per consumare il pasto principale della giornata, ma a te non conviene sprecare tempo prezioso per fare avanti e indietro, ecco che una schiscetta – anche in questo caso, ti consigliamo una preparazione formidabile per il tuo pranzo fuori casa – consumata in solitudine si rivelerà l’unica soluzione possibile.
Cerca, però, di far sì che questa non diventi un’abitudine. Il mio dottore, a tal riguardo, mi ha spiegato per filo e per segno perché sarebbe opportuno che io non mangiassi in solitudine. Curioso di scoprire il motivo?
Oltre al mio dottore, anche un articolo pubblicato da Gazzetta.it spiega efficacemente perché non dovrei mai consumare i miei pasti in solitudine. I benefici elencati nel pezzo di riferimento sono stati scovati attraverso studi condotti dall’Università del Minnesota e dall’Università di Bari.
In primo luogo, mangiare in compagnia aiuterebbe ad alleviare i sintomi da stress e la tensione. La convivialità, nella fattispecie, contribuisce a migliorare l’umore per tutto il resto della giornata. La nostra nazione, in questo, è campionessa imbattuta: gli intervistati hanno infatti ammesso di consumare almeno sei pasti in famiglia.
Anche il fattore salute entra in gioco quando si tratta di consumare pasti in compagnia. L’analisi di risposte infiammatorie, pressione sanguigna e livelli di cortisolo, secondo quanto evidenzia la ricercatrice Elisabetta Bernardi (nutrizionista dell’Università di Bari), dimostra una stretta correlazione tra felicità, salute e longevità.
Terzo, ma non meno importante motivo per mangiare in compagnia: la capacità di influenzare il comportamento alimentare, data proprio dalla situazione di convivialità che si sta sperimentando.
Quando le persone consumano pasti in compagnia, in buona sostanza, tendono a dare priorità al benessere, aumentando il consumo di alimenti sani quali frutta e ortaggi.
Da non trascurare il fatto che, se si trascorre tempo in compagnia, si tende a privilegiare il confronto e il dialogo con l’altro, evitando le dannosissime scorpacciate di cibo e concentrandosi, invece, sul “qui ed ora”. In altre parole, si attribuisce molta più importanza alla persona o al gruppo con cui si interagisce, piuttosto che al cibo in sé. Che, in molti casi, finisce per compensare quello che è un deficit emozionale.