Uno tira l’altro, i tarallini per gli aperitivi me li faccio in casa: piccoli e friabili, la versione classica è sempre la migliore

Non c’è niente di più sfizioso dei tarallini tradizionali per l’aperitivo, ma non serve comprarli: basta seguire questa ricetta.

Taralli pugliesi
Uno tira l’altro, i tarallini per gli aperitivi me li faccio in casa: piccoli e friabili, la versione classica è sempre la migliore (Inran.it)

L’Italia è un Paese dalla cultura culinaria sterminata, influenzata da secoli di storia e dominazioni che si sono succedute da ogni parte d’Europa e dell’Africa. Al nord, ad esempio, le ricette mostrano influenze delle cucine d’oltralpe, mentre al sud si risente della dominazione araba o ottomana. In Puglia, ad esempio, troviamo ricette tradizionali di ogni tipo, una tra tutte quella dei taralli.

I taralli pugliesi sono una delle specialità culinarie più rappresentative della regione meridionale e incarnano una tradizione antica, tramandata di generazione in generazione. Le origini dei taralli risalgono infatti a secoli fa, quando i contadini pugliesi, in un’epoca di ristrettezze economiche, utilizzavano ingredienti semplici e facilmente reperibili per creare questo alimento sostanzioso.

Taralli tradizionali pugliesi: servono davvero pochi ingredienti

Taralli al finocchietto
I taralli al finocchietto sono una variante più aromatica dei tradizionali taralli pugliesi (Inran.it)

All’inizio si usavano solo farina, olio d’oliva, vino bianco e un pizzico di sale ma nel tempo la ricetta si è arricchita con varianti che includono semi di finocchio, peperoncino, cipolla o addirittura zucchero per le versioni di taralli dolci. Per l’aperitivo, però, i tarallini tradizionali sono forse la versione migliore. E siccome spesso in quelli industriali troviamo grassi idrogenati superflui, io preferisco farmeli in casa da sola: scopriamo dunque come prepararli.

Procuriamoci prima gli ingredienti: 500 grammi di farina di tipo 0, 120 ml di olio EVO, 150 ml di vino bianco, sale e pepe. Il procedimento non è troppo complesso ma necessita di precisione: su una spianatoia poniamo la farina creando una fontana al centro, nel frattempo scaldiamo l’olio a una temperatura di 40 – 50 °C. Il vino, invece, va tenuto a temperatura ambiente.

Cottura in 2 fasi: il passaggio in acqua rende lucidi i taralli

Uniamo le parti liquide alla farina e iniziamo a impastare, aggiungendo anche 2 cucchiaini di sale e il pepe in grani macinato. Impastiamo il tutto per almeno 15 minuti, poi lasciamo il panetto così ottenuto a riposare per circa mezz’ora. A questo punto dividiamo la pasta in 8 parti e creiamo dei lunghi bastoncini spessi circa 1 cm, quindi tagliamo delle porzioni di circa 8 cm e chiudiamole ad anello, schiacciando le estremità con le dita.

Lasciamo riposare i taralli per un’altra mezz’ora e poi passiamo alla cottura, che avverrà in 2 fasi: prima in acqua bollente e poi in forno. Portiamo dunque a ebollizione una pentola d’acqua salata, in cui andremo ad immergere i taralli per qualche secondo. Quando tornano a galla scoliamoli e poniamoli su una teglia foderata con carta forno, poi passiamoli in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.

Il passaggio in acqua permetterà ai taralli di formare il loro tipico film lucido, inoltre servirà a renderli ancora più croccanti e pronti da abbinare a un buon vino, bianco o rosso, fermo o frizzante!

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