È iniziata in via ufficiale l’era della carne coltivata. C’è una marca che risulta in vendita e la cosa apre dei nuovi scenari in ambito di alimentazione e commerciale.
La carne coltivata è un moderno ritrovato reso possibile grazie ai traguardi raggiunti in ambito tecnologico. Una volta non sarebbe stato possibile dare vita a qualcosa di commestibile ed anche di saporito, in grado di mescolare delle componenti sia di origine animale che vegetale.
E la carne coltivata è proprio questo, un mix delle due cose in grado di portare a qualcosa che possa soddisfare le esigenze di una certa tipologia di consumatori. In questo modo anche i vegetariani potrebbero pensare, ad esempio, di sconfinare nel consumo di prodotti animali.
Infatti la carne coltivata possiede soltanto in una parte davvero esigua delle percentuali di origine animale. A Singapore, che è diventata la capitale mondiale nella produzione di questo particolare tipo di alimento, alcuni scienziati sono riusciti a dare vita ad un ibrido di carne coltivata costituito per il 3% da fibre di pollo e per la rimanente parte da svariati ingredienti vegetali.
Ora questo prodotto è finito anche in vendita in questi giorni. E ha incuriosito molte persone, che si sono concesse volentieri un assaggio. Il tutto nonostante i costi di produzione – e quindi anche della vendita finale – siano alquanto elevati.
Carne coltivata, quali sono le difficoltà da superare
E nonostante la quasi nulla percentuale di cellule animali, il pollo di Good Meat – questo il marchio del prodotto – potrebbe comunque offrire un’esperienza gustosa e soddisfacente.
Le startup che stanno lavorando alla carne coltivata con una maggior percentuale di cellule animali sono convinte che il vero successo di questo settore arriverà solo con prodotti che contengano il 60, 70 o addirittura l’80% di cellule animali.
Ma è una questione di gusti e c’è anche chi certamente potrebbe trovare altrettanto appetibile una percentuale più elevata di proteine vegetali. È indubbio comunque che l’arrivo del pollo di Good Meat nei supermercati di Singapore potrebbe rappresentare un passo avanti per l’industria, attrarre nuovi investitori e rilanciare l’interesse dei consumatori.
Questo sarebbe il primo passo verso una commercializzazione di massa, una volta che si riuscirà a fare la quadra sui sistemi produttivi. E quindi pure a riuscire a mantenere un prezzo di vendita che possa essere sostenibile per le tasche dei consumatori. Perché fino a quando i costi rimarranno troppo alti è chiaro che un successo a livello globale non potrà essere raggiunto.
C’è anche chi ha utilizzato lo stesso concetto per creare della carne animale in laboratorio per fini etici. Allo scopo di preservare le specie in via di estinzione.