Scopriamo tutto sul Bed Rotting, un nuovo trend che sta spopolando su Tik Tok e non solo, ispirato dal libro di Ottessa Moshfegh.
Il bed rotting, descritto nel libro “Il mio anno di riposo e oblio” di Ottessa Moshfegh, sta guadagnando una grandissima attenzione degli utenti e dei lettori di tutto il mondo. Ma di cosa si tratta? E perché migliaia di persone ne stanno attualmente parlando? Non ci resta che scoprirlo subito insieme.
Bed Rotting: cos’è e perché sta spopolando
Nel suo libro, Ottessa Moshfegh racconta la storia di una donna. La protagonista del romanzo decide di trascorrere un intero anno nel suo appartamento a Manhattan, immersa in un sonno indotto da narcotici, credendo che questo possa risolvere i suoi problemi e rinnovare il suo amore per la vita. Su Tik Tok, questa pratica è stata denominata bed rotting (letteralmente “marcire nel letto”) quando una persona ha condiviso un video chiedendo chi apprezzasse davvero questo tipo di pratica.
Il bed rotting, in termini più concreti, è trascorrere del tempo a letto, senza fare nulla di particolare. Si può stare nel letto a guardare video sui social, leggere qualche pagina di un libro o anche semplicemente osservare il soffitto mentre la vita scorre senza impegni, senza scadenze, senza doveri. Moltissime persone stanno mostrando un grande interesse e anche apprezzamento verso questo fenomeno. Infatti, in molti pensano che sia utile per rigenerarsi e ricaricare le energie, allontanando ansia e stress.
Il bed rotting di cui si parla nel romanzo di Moshfegh dura ben un anno, ma qualcuno potrebbe trovarlo piacevole anche se dura di meno, anche qualche ora al giorno, quando abbiamo le ferie. In generale, non c’è una regola fissa che valga per tutti, si tratta di una cosa molto soggettiva. L’elemento che più suscita interesse è il fatto che dopo il bed rotting ci si senta in colpa per non aver portato a termine nulla di producente.
Questo senso di colpa può trasformarsi in una forte motivazione che quindi rende le persone più attive e produttive. Il bed rotting viene quindi visto come un modo per riappropriarsi del proprio tempo e spazio, un modo per ricaricarsi per poi tornare più determinati di prima.