Non ci saranno fondi per il potenziamento del SSN, la manovra economica prevede soldi solo per la manutenzione ordinaria.
Nella Manovra 2024 sono previsti dei fondi anche per il Sistema Sanitario Nazionale. In particolare, saranno destinati al SSN 3 miliardi di euro, che però serviranno per la manutenzione ordinaria. Con queste cifre, purtroppo, non può esserci nessun potenziamento. Come riportato dal sito ANSA, il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha commentato le misure adottate per la sanità contenute nella Manovra ed ha sottolineato l’assenza di un reale rilancio del finanziamento pubblico. L’analisi indipendente realizzata dalla fondazione mette in luce una manovra che non presenta alcun potenziamento strutturale per il servizio sanitario.
La manovra pensata dal governo prevede un incremento del Fondo Sanitario Nazionale, è previsto in 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi per il 2026. Purtroppo però la maggior parte dei fondi serviranno per rinnovare i contratti del personale sanitario e, nel 2024, resteranno solo 600 milioni per la sanità. Soldi che non potranno essere spesi se non per la manutenzione ordinaria delle strutture.
Anche se possono sembrare molti soldi, in realtà, a causa dell’aumento dei prezzi e dell’inflazione, i fondi restanti non sono che una cifra esigua, e ciò vale anche per il 2025 ed il 2026. Gli effetti negativi potrebbero comportare un abbassamento della qualità dell’assistenza sanitaria. Secondo il segretario di Nursind, Andrea Bottega, la manovra è carente sotto molti punti di vista, anche per il personale infermieristico. In particolare, l’articolo 33 del DDL Bilancio, aspetto che riguarda il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali, è oggetto di protesta e il sindacato chiede l’abrogazione di tale disposizione.
È stato quindi proclamato uno sciopero di 24 ore per domani, 17 novembre 2023. Il segretario suggerisce che la strada per risolvere la questione è migliorare gli stipendi degli infermieri e concedere loro più autonomia nel lavoro. Il sindacato non ha dubbi che questa sia l’unica strada valida percorribile per invertire il trend del calo dei laureati nei campi della medicina e attrarre giovani, garantendo una distribuzione più equa dei carichi professionali.
Aurora De Santis