Rilevato per la prima volta nel 2008, la Xylella è un batterio infestante responsabile della distruzione di milioni di alberi in Puglia: qual è la situazione odierna?
Il batterio della Xylella è stato rinvenuto, per la prima volta, nel lontano 2008, in Salento. Nel corso degli anni, questo batterio ha infestato oltre 20 milioni di alberi, molti dei quali sono andati distrutti. Un pericolo che ha messo in ginocchio tantissimi coltivatori e produttori, ma qual è la situazione odierna? Questo batterio è stato domato, oppure fa ancora paura?
Nel tempo, sono state adottate delle soluzioni per prevenire l’infestazione e per combattere il nemico, capace di distruggere milioni di alberi. Tra queste, sono state adottate purtroppo anche soluzioni deleterie, con l’utilizzo di diserbanti e di insetticidi che, alla fine, hanno arrecato danni maggiori agli olivi. Purtroppo, oggi la Xylella fa ancora paura, tanto che gli alberi colpiti sono considerati incurabili, dunque sono condannati (la quasi totalità) all’espianto.
Secondo le ricostruzioni scientifiche, il batterio sarebbe giunto in Italia, approdando sulle coste pugliesi, tramite l’importazione di caffè proveniente dal Costa Rica. Le condizioni ambientali della Puglia hanno favorito la propagazione di questo organismo sul nostro territorio, prima, e poi nel resto dell’Europa meridionale. Ad oggi, sono state create tecniche efficaci per evitare di distruggere le piante colpite, anche se la Xylella resta complessa da gestire.
L’infestazione si trasmette per via degli insetti, i quali succhiano la linfa xylematica dalle piante infestate e la portano alle piante sane, a loro volta infettandole. Non si trasmette tramite le uova degli insetti. Sono oltre 150 le specie vegetali colpite dal batterio, e quando una pianta viene colpita presenta sintomi evidenti, come ad esempio la bruscatura fogliare.
Le foglie, in questo caso, sviluppano una necrosi marginale, con macchie gialle e marroni, oppure si assiste a disseccamento improvviso e sparso. Con il progredire della malattia, i rami si seccano e muoiono, e la pianta si spoglia lentamente, giungendo alla morte. La malattia si sviluppa con particolari temperature, tra i 25 e i 32 gradi. Temperature troppo fredde o troppo elevate annienterebbero il batterio nelle piante ospiti.
Tuttavia, nelle sempreverdi, i sintomi sono presenti tutto l’anno. Se nel 2017 c’è stato l’anno peggiore di tutti, con milioni di esemplari uccisi, oggi com’è la situazione? Secondo una ricerca effettuata da CREA, pubblicata poi sulla testata scientifica Science of the Total Enviroment, la diffusione del batterio è stata celere, percorrendo anche 100 km al giorno, dirigendosi verso nord.
L’infezione trova le condizioni adatte per proliferare in determinati luoghi, luoghi che sono stati mappati dallo stesso CREA, e monitorati attentamente. La componente antropica ha contribuito fortemente alla sua diffusione, a causa del commercio dei prodotti agricoli. Oggi, i focolai di Xylella sono focalizzati in territori precisi, distribuiti a macchia di leopardo sul territorio italiano. Si tratta di una condizione che non agevola il contenimento. La Xylella, specie in Puglia meridionale, fa ancora paura.