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Studentessa lascia specializzazione in medicina “Borsa di studio bassa”. Interviene la ginecologa Calcagni

Pubblicato da
Salvatore Lavino

Si laurea in medicina ma dice no alla borsa di studio perché 1600 euro non bastano. E c’è altro, il messaggio clamoroso di una ragazza fa discutere.

Dei libri ed uno stetoscopio (Foto Canva – Inran.it)

Una borsa di studio in medicina, le entrate che non sono ritenute sufficienti in una città dove tutto costa molto caro come Milano – specialmente per chi è fuori sede e si trova lì per studiare – e la necessità di dovere decidere di conseguenza. Questo ha fatto Federica Bennardo, una giovane che ha conseguito la laurea ed il diritto ad usufruire di entrate mensili che farebbero sognare in tanti ma non lei. Per la quale i 1600 euro messi a disposizione con cadenza mensile non contribuiscono alla copertura delle spese.

La ragazza ci ha messo la faccia, manifestando pure il proprio disappunto assieme a tanti altri studenti più giovani ed anche più anziani di lei che sono scesi in piazza a Roma per chiedere maggiore tutela sia per chi studia nell’ambito delle discipline mediche e scientifiche che in tanti altri settori che sono in difficoltà. E che non offrono grossi spunti lavorativi. Certo è che ritenere bassa una borsa di studio da 1600 euro è un qualcosa che avrebbe certamente scatenato delle polemiche.

Borsa di studio, Federica Bennardo spiega il suo no

Il messaggio di Federica Bennardo (Foto Instagram – Inran.it)

Ed infatti così è stato, con non poche persone che sui social hanno voluto esprimere il proprio parere affrontando la questione. Tra questi figura anche la dottoressa Monica Calcagni, diventata una rinomata specialista in Ginecologia e che ha saputo coltivare la propria immagine anche grazie ai social network. La dottoressa Calcagni critica senza se e senza ma Federica Bennardo specificando come la specializzazione e la relativa borsa di studio non vadano circoscritte al mero discorso economico.

“Tutto questo serve per imparare la professione”, e quindi per maturare delle prime e formative esperienze dopo anni ed anni di studio. Vanno fatti dei sacrifici, come li compie chiunque voglia fare un lavoro onesto, qualsiasi esso sia. Nel caso di professionisti nel campo medico, a prescindere dalla disciplina intrapresa, occorrerebbe sempre dire di si e non tirarsi mai indietro. E la dottoressa Calcagni cita proprio sé stessa come esempio, dicendo di non essere mai andata in vacanza, di avere studiato fuori sede a Roma, che pure non è inferiore a Milano in quanto a prezzi degli affitti e costo della vita. E di avere racimolato i soldi che le servivano svegliandosi prestissimo al mattino per effettuare i prelievi, o proponendosi come medico nelle manifestazioni sportive ed in ambulanza.

Mancanza di sacrificio? La ragazza risponde

Il messaggio in conclusione di Federica Bennardo (Foto Instagram – Inran.it)

Ora, non sappiamo se Federica Bennardo abbia o meno la stessa predisposizione al sacrificio. C’è da pensare di si, visto che non ci si laurea in medicina per caso. Lei viene criticata dalla dottoressa Calcagni che la definisce “probabilmente non così convinta”, sottolineando come coloro che sono diventati professionisti e che hanno studiato a loro tempo dovevano fare dei lavori extra, sottraendo tempo al divertimento ed accontentandosi di trattamenti economici persino più bassi. La risposta di Federica però è stata doverosa.

Lei stessa spiega tutto per filo e per segno, illustrando come si deve quello che è il proprio punto di vista che l’ha portata a maturare questa scelta. Ed è tutto spiegato mediante il lungo post pubblicato su Instagram, dove la giovane Federica è chiarissima nel fare presente quelle che sono tante cose e tanti aspetti che la gente non quasi sicuramente non conosce.

La situazione in Italia è complicatissima

È vero in effetti che la categoria medica, infermieristica e sanitaria in generale in Italia sta vivendo da molti anni delle difficoltà. Non è solo un discorso di stipendi e di incentivi, con altri Paesi di Europa che hanno borse di studio che possono arrivare pure a 102mila euro all’anno, a fronte dei neppure 23mila dell’Italia. E con il numero dei nuovi medici di base che è insufficiente a rimpiazzare la vecchia guardia ormai prossima alla pensione. Questa è una delle situazioni che ha portato ad una rivoluzione per quanto riguarda i test di ingresso a Medicina, come mai era accaduto prima.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.