Uno studio analizza le possibilità di trascrivere la musica che si genera durante il sonno e mentre si sogna, per non dimenticarla.
Il nostro cervello è una macchina estremamente complessa, di cui, ancora oggi, non ne conosciamo le piene potenzialità. Ci sono elementi che celano misteri e dubbi scientifici, come quello del cervello che continua a funzionare per un lasso di tempo dopo la morte. Uno dei misteri più grandi, quasi incomprensibili, è legato ovviamente ai sogni, un tema oggetto di infiniti studi, ma ancora oggi quasi inafferrabile, del quale conosciamo poco.
Il sonno, come sappiamo, si suddivide in fasi, le quali si susseguono in una scala che va dal sonno leggero al sonno più profondo, che coincide con la fase REM. In tutte queste fasi, la nostra mente è sempre attiva, e le funzionalità del cervello si fanno sempre più potenti, mano a mano che sprofondiamo nel sonno profondo. Ci sono delle fasi, invece, che si posizionano a metà tra veglia e sonno, e sono quelle legate al cosiddetto sogno lucido. Si sa che si sta sognando, eppure si mantiene una sorta di veglia, di lucidità mentale.
Indagando sul sogno lucido: è possibile trascrivere la musica che si sente durante il sonno
Il confine tra mondo onirico e mondo reale è davvero labile, ed è proprio in questa regione che gli artisti cercano l’estro creativo, la scintilla, o gli scienziati cercano le idee geniali per cambiare il mondo con nuove scoperte. Eppure, anche le persone più comuni testimoniano una spiccata originalità nella fase del sogno lucido. Nel sogno lucido si ha il picco della fantasia, e i progressi legati alla neuroscienza si fanno sempre più interessanti.
Un team di scienziati russi, ad esempio, ha analizzato il sogno lucido ed è riuscito a creare un dispositivo capace di catturare e di trasportare nel mondo reale i suoni avvertiti nel mondo onirico. Il sogno lucido è uno stato di semicoscienza, nel quale il cervello, consapevole di sognare, comanda comunque azioni al corpo, trasferendo importanti informazioni che quasi sempre, al risveglio, si dimenticano.
Scienziati riescono a registrare i suoni che sentiamo in sogno
Un peccato, perché se si riuscisse a ricordare tutto e ad afferrare queste informazioni, si otterrebbero cose incredibili. Tutto ciò ricorda la leggenda del musicista Giuseppe Tartini (1692 – 1770), uno dei più grandi violinisti della storia, autore del celebre “Il Trillo del Diavolo”, la sua composizione più famosa, la cui genesi è avvolta da una storia molto curiosa. Come riferì lo stesso Tartini, mentre questi stava dormendo, il Diavolo si insinuò nel suo sogno, prendendo il suo violino e iniziando a suonare una composizione di sublime bellezza.
Il musicista, una volta ascoltata l’intera composizione, si svegliò all’improvviso. Una volta destato, Tartini, per non dimenticare il componimento suggeritogli dal Diavolo, iniziò ad annotarlo, al lume di candela. Impiegò tutto il resto della notte per terminarlo. Tuttavia, anche se concluso, Tartini ebbe la sensazione che non fosse perfetto come quello ascoltato in sogno.
Rimase con il rammarico per tutta la vita, ma Il Trillo del Diavolo divenne comunque una delle opere per violino più belle e affascinanti della storia della musica. Una bella leggenda, che potrebbe essere stata la base dell’esperimento effettuato dal team di ricercatori della startup REMSpace.
Se raggiungere i sogni lucidi è anche una questione di allenamento, come rivela uno studio condotto in Texas, il passo successivo è quello di afferrare cosa si sta sognando e riportarlo alla realtà. Al Phase Research Center, in Russia, gli scienziati hanno creato un dispositivo che riesce a decodificare e a registrare i suoni sognati, attraverso i movimenti delle braccia, ai quali sono stati attaccati dei sensori. I primi esperimenti hanno dato risultati eccezionali, estrapolando pezzi di canzoni dal cervello dei dormienti.