Il morbo di Alzheimer è una malattia progressiva molto grave ed è fondamentale informarsi sui benefici di una diagnosi precoce.
Sono sempre di più in Italia le persone che soffrono di patologie mentali, alcune volte sono ereditarie o compaiono per predisposizione genetica, molto spesso invece nascono per via dello stile di vita adottato negli anni, ciò che si mangia e ciò che si assume.
Tra le patologie mentali più diffuse possiamo trovare l’Alzheimer, infatti secondo i dati forniti del Ministero della Salute, sono all’incirca 1 milione le persone che soffrono di Alzheimer, di cui 600 mila presentano alcune forme di demenza da Alzheimer. Il preoccupante aumento dei casi di Alzheimer però non sembra riguardare solo l’Italia, come ricorda l’OMS nel 2010 si potevano contare all’incirca 35,6 milioni di casi al mondo ma il numero è destinato a raddoppiare entro il 2030.
Alzheimer: la diagnosi precoce può cambiare le cose?
I numeri parlano chiaro e quindi sono moltissime le persone si chiedono quale sia il reale impatto di una diagnosi precoce sui sintomi e sul trattamento della malattia, soprattutto se diagnosticata con largo anticipo.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa a carattere progressivo altamente invalidante, inizia solitamente con piccoli vuoti di memoria su avvenimenti recenti ma, pian piano, i sintomi iniziano a peggiorare.
Nel tempo si potrebbe presentare una perdita delle facoltà cognitive, problemi nel portare avanti una conversazione, sbalzi d’umore, disorientamento e una forte modifica del proprio comportamento. Solitamente questa malattia si presenta con l’avanzare dell’età, il rischio però può aumentare in base a diversi fattori, ultimamente ad esempio, si è scoperto che prendere questo farmaco aumenta il rischio di Alzheimer nelle donne in menopausa. Con l’avanzare della malattia i pazienti perdono la propria autonomia, in media dopo aver diagnosticato la malattia, l’aspettativa di vita cambia e si aggira su un numero che varia dai 3 ai 9 anni.
Esistono test cognitivi specifici che permettono di diagnosticare la malattia, tra questi possiamo trovare il Mini-Mental Test o il Mini-Mental State Examination. Esistono però anche dei test di laboratorio in grado di far luce sulla faccenda cercando la risposta nei sintomi fisiologici come la Tac e la Risonanza Magnetica al Cervello. Per fare questi test però solitamente bisogna prima notare i sintomi della malattia, ti spiego come fare.
Il vero impatto della diagnosi
Anche se la ricerca sta facendo passi da gigante testando nuovi farmaci, al momento non ne esiste ancora nessuno in grado di contrastare efficacemente la malattia o a farla retrocedere, nonostante ciò una diagnosi precoce può aiutare a diminuirne leggermente i sintomi ma non può propriamente rallentare il decorso della malattia se non leggermente.
La diagnosi precoce però può essere utile per preparare il paziente, la famiglia e gli affetti a ciò che andranno incontro, riuscendo così ad affrontare la situazione in maniera cosciente. Infatti una delle prime cose che succede a chi soffre di Alzheimer è di rimanere socialmente esclusi ed isolati, cosa che può portare ad un’estraniazione dalla realtà.
È quindi fondamentale non lasciarli soli ma affrontare insieme la situazione con l’aiuto di professionisti. Dare stimoli e avere la possibilità di socializzare può dare molto sostegno ai pazienti che soffrono di Alzheimer, migliorandone l’umore e aiutandoli a mantenere la mente allenata.
Nicolas De Santis