I dati degli ultimi anni in merito al fumo passivo e ai progressi ottenuti sono importanti ed incoraggianti, ad oggi una persona su quattro non è più esposta.
L’Irlanda vietò le sigarette all’interno dei pub nel 2004, inizialmente i proprietari dei locali temevano che la novità avrebbe causato il fallimento delle loro attività, ma non è stato affatto così. I pub continuano ad essere frequentati da moltissime persone, con l’unica differenza che all’interno l’aria è decisamente più pulita e ‘respirabile’.
Dopo l’Irlanda altri 74 Paesi adottarono la stessa regola, oggi nei luoghi pubblici al chiuso ben 2,1 miliardi di persone sono protette dal fumo passivo. La globale prevalenza del fumo negli ultimi quindi anni è scesa dal 22,8% al 17%. Stando ad una stima dell’Oms ci sarebbero 300 milioni di fumatori in più se la percentuale non fosse diminuita e questo è senza dubbio un dato incoraggiante.
Grazie alla politica di ‘buone pratiche’ del pacchetto oggi il 71% della mondiale popolazione è protetta, però sono ancora troppi i decessi causati proprio dal consumo di tabacco. 8,7 milioni di persone ogni anno muore a causa del fumo, di questi almeno 1,3miloni sono persone che non hanno mai fumato. È bene però precisare che oggi una persona su quattro non è più esposta, i progressi in merito al fumo passivo sono davvero importanti.
Ecco come è cambiato nel tempo il rapporto col fumo, su quello passivo i progressi sono molto importanti
Da un report del 2023 è emerso che quasi il 40% dei Paesi del pianeta godono di luoghi pubblici indoor che sono totalmente privi di fumo. Anche Messico, Ucraina, Kirghizistan, Paesi Bassi e Mauritius hanno aderito alle complete leggi antifumo.
In Italia ogni anno le morti causate dal fumo sono più di 93.000. È stato anche dimostrato che le persone iniziano a fumare da giovanissimi, la percentuale di fumatori sopra i 15 anni di età è del 20,5% della popolazione. Nel 2003 è stata introdotta nei locali una legge ‘smoke-free‘ che è entrata ufficialmente in vigore nel 2005. Ancora oggi è comunque possibile realizzare dei locali per fumatori, questa possibilità però potrebbero presto sparire. Orazio Schillaci, ministro della Salute, a gennaio e a marzo ha reso nota una bozza di decreto che riguarda appunto una stretta contro il fumo all’aperto e i locali per fumatori.
L’Oms nel report pone la sua attenzione anche nei confronti di cinque misure che formano il pacchetto di raccomandazioni del 2007. Si tratta di programmi che hanno lo scopo di fornire il necessario supporto a coloro che desiderano smettere di fumare, programmi di monitoraggio dell’abuso di tabacco, divieto di pubblicizzare il fumo tramite i mass media per non invogliare la gente ad acquistare le sigarette, campagne informative in merito ai danni provocati dal fumo e altri ancora. È notevolmente aumentato il numero di Paesi che dal 2007 adottano almeno una di queste importanti ed utili misure, passando da 44 a 151. Alcuni sono stati in grado di metterle in pratica pienamente, sono: Brasile, Repubblica di Mauritius, Turchia e Paesi Bassi.
Spagna, Nuova Zelanda, Iran, Etiopia, Madagascar, Irlanda, Messico e Giordania sono invece vicini al raggiungimento della totale adozione delle regole anti-fumo. Secondo gli esperti questi dati non hanno nulla a che vedere con il fatto che i Paesi siano ricchi o poveri. A prescindere dai livelli di reddito infatti tutti possono essere in grado di ridurre la domanda di tabacco.