Non bastava il granchio blu a terrorizzare le coste dell’Italia, mangiando ogni raccolto di vongole. Adesso arrivano anche le formiche di fuoco che invade e distrugge i raccolti.
La formica di fuoco (Solenopsis invicta), ha un potente pungiglione, danneggia i raccolti e può infestare le apparecchiature elettriche, tra cui automobili e computer. È considerata una delle specie invasive più distruttive, in grado di formare rapidamente supercolonie con regine multiple. Le colonie predano invertebrati, vertebrati più grandi e piante, distruggendo la vegetazione autoctona e privando le altre formiche, insetti e ed erbivori autoctoni del loro cibo.
È la quinta specie invasiva più costosa al mondo e si è diffusa attraverso il commercio umano dal Sud America, sua terra d’origine, al Messico, ai Caraibi, all’Australia e agli Stati Uniti, dove ogni anno causa danni per 6 miliardi di dollari. Questa specie, ora, è riuscita a toccare la penisola italiana.
A causa del cambiamento climatico e dei commerci, la formica di fuoco ha trovato terreno fertile vicino alla città di Siracusa, dove i ricercatori hanno identificato 88 nidi su 5 ettari. Secondo le analisi genetiche contenute in uno studio pubblicato su Current Biology, le colonie invasive potrebbero provenire dalla Cina o dagli Stati Uniti.
La formica rossa è una specie amante del caldo, per questo fino adesso non si avevano tracce i questa specie invasiva in nessun paese europeo. Anzi solo casi sporadici in Spagna o in Francia. Tuttavia, a causa del riscalamento climatico attuale, i ricercatori hanno concluso che potrebbe insediarsi in circa il 7% dell’Europa. Nel clima attuale, metà delle aree urbane europee sarebbero climaticamente adatte a questa formica pericolosa, comprese grandi città come Londra, Parigi, Roma e Barcellona. Con il riscaldamento globale, il continente diventerà molto più adatto alla specie e ne favorirà la diffusione in Europa con il tempo.
Dotata i pungiglione, la sua puntura può risultare dolorosa e causare reazioni allergiche portando anche allo shock anafilattico. Tuttavia, le conseguenze più gravi del suo insediamento è l’ecosistema, come accennato in precedenza. Risulta necessario adoperarsi per affrontare l’ennesimo segnale di crisi climatica. Riadoperarsi e adattare nuovi processi per poter debellare il problema. Per esempio, trasformandole in opportunità attraverso il campo alimentare.