Tumore delle vie biliari: quali i sintomi più frequenti e le cause. Come è possibile curarlo? Le diverse strade da percorrere.
Il tumore delle vie biliari è tra i più rari e maligni al momento oggetto di indagine. Secondo gli ultimi dati raccolti in Italia vi è una sopravvivenza pari a 5 anni. È cruciale, prima di tutto, definire cosa sono i dotti biliari e dove si trovano. Per far ciò partiamo dalla definizione di cistifellea: organo collocato sotto il fegato, il cui compito consiste nell’immagazzinare la bile prodotta dal fegato.
Come si tratteggiava precedentemente, questa tipologia di cancro è particolarmente studiata a causa della casistica in aumento della difficoltà nel circoscrivere una diagnosi. Questo accade poiché i sintomi che si presentano sono pressoché generici. Ma ritornando ai dotti biliari e alla loro definizione. Si sviluppano all’interno del fegato e si uniscono in rami sempre maggiori fino alla formazione del dotto epatico che è collegato alla colecisti.
L’interrogativo maggiore è inerente ai sintomi. Analizziamoli nel dettaglio, tenendo presente i fattori di rischio. Senza dubbio l’età contribuisce notevolmente e stano ai dati registrati, questo tipo di cancro si manifesta dopo i 65 anni. E ancora, malattie croniche delle vie biliari come la colangite sclerosante primitiva, calcolosi dei dotti biliari, cisti del coledoco, colecisti a porcellana. Inoltre, il fumo e l’obesità sono considerati fattori di rischio così come l’insorgenza di cirrosi ed epatiti.
Tumore delle vie biliari: quali sono i sintomi più comuni? Le strade da percorrere da punto di vista terapeutico
È possibile parlare di prevenzione per questo tipo di tumore? Attualmente no, poiché sono ancora sconosciuti e in fase di ricerca. Contribuisce, però, adottare uno stile di vita sano, evitare il fumo e tenere una alimentazione equilibrata.
Tra i sintomi più evidenti che si verificano nei pazienti abbiamo l’ostruzione nel flusso della bile. La bile, come si delineava precedentemente, si rende responsabile di manifestazioni evidenti come l’ittero. Con questo termine si vuole intendere il tipico colore giallastro sia della pelle che degli occhi. Inoltre, sono stati registrati anche: perdita di appetito e peso, nonché febbre e forti dolori addominali. Diagnosticare il tumore delle vie biliari è possibile mediante una serie di indagini strumentali e non: prelievo di sangue, ecografia della parete addominale, biopsia ed esame istologico. Questi consentono di stabilire, ad esempio, l’origine della malattia ed il livello di compromissione delle cellule.
Come si cura il colangiocarcinoma? Tenute presenti le condizioni generali dell’assistito e il risultato degli esami che abbiamo elencato precedentemente, possono essere prese in considerazione diverse strade. Questo perché, purtroppo, la chirurgia non è efficace se la malattia è ad uno stadio avanzato. In questi casi, infatti, andrà valutato un percorso di chemioterapia, radioterapia e/o il drenaggio delle vie biliari. Con l’intervento chirurgico è possibile tentare di asportare il tumore senza compromettere le funzioni dell’organo. Con la chemioterapia, invece, si prospetta di rallentare il progredire della malattia qualora l’operazione non sia fattibile.
Si sceglie di proseguire la strada della radioterapia nel momento in cui il personale medico si rende conto che il paziente può essere sottoposto ad alcun tipo di intervento. Adottate recentemente nuove tecniche di modulazione più intense. Invece, in ultimo, per quanto riguarda il drenaggio biliare viene effettuato per ridurre l’ittero dell’assistito.