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Salute e Benessere

Diabete di tipo 1, è possibile ritardarlo?

Pubblicato da
Salvatore Lavino

Il diabete di tipo 1 può essere arginato e posticipato per un periodo importante grazie al benefico effetto di un farmaco. Di quale si tratta.

Il diabete di tipo 1 può essere rallentato fino al punto da posticiparne l’effettiva manifestazione cronica. È quanto infatti avviene con l’assunzione di un farmaco segnalato dalla Agenzia europea per i medicinali (EMA) e dalla Società italiana di diabetologia (SID). Le due agenzie parlano di questo prodotto che, a quanto pare, sarebbe in arrivo entro breve e che riesce effettivamente a rallentare la comparsa del diabete di tipo 1.

Dell’insulina contro il diabete (Foto Canva – Inran.it)

Il farmaco ritardante del diabete di tipo 1 è chiamato Teplizumab ed à stato osservato in diversi test preliminari prima di potere raggiungere lo status che ne ha dichiarato l’idoneità in via ufficiale alla messa in commercio. Sembra proprio che prenderlo nelle maniere consone e consigliate sia di grande aiuto per rallentare il sorgere del diabete di tipo 1. E questo in pazienti di tutte le età, anche dagli 8 anni in su e colpiti da diabete precoce in età giovanile.

Diabete di tipo 1, per quanto può essere ritardato

La scritta diabete tipo 1 (Foto Canva – Inran.it)

Già nel 2022 il Teplizumab aveva ottenuto il via libera ufficiale da parte della Food and drug administration (Fda) che è uno degli enti più importanti del mondo in ambito sanitario. L’EMA e l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sono impegnate nelle loro rispettive valutazioni dopo avere segnalato la presenza di questo prodotto medicinale. E non sembrano esserci grossi ostacoli per l’ottenimento di un placet definitivo da parte di questi due enti.

Il periodo inquadrato di rallentamento della malattia tra l’altro non è trascurabile. Si va infatti da un minimo di due ad un massimo di cinque anni. Il funzionamento avviene con una azione protettiva delle cellule beta prodotte dal pancreas, le quali sono oggetto di una azione debilitante nel caso di diabete mellito. Nel frattempo in tutto questo tempo guadagnato è possibile prendere delle adeguate contromisure per cercare di migliorare ulteriormente la situazione.

Come funziona il Teplizumab

Misurazione dell’insulina in corso (Foto Canva – Inran.it)

Lo studio base che ha fatto da punto di riferimento per trarre queste conclusioni ha vito il Teplizumab essere somministrato per via endovenosa per quattrodici giorni consecutivi. E si è avuto un rallentamento di 25 mesi rispetto a quando normalmente il diabete di tipo 1 avrebbe dovuto fare la propria comparsa. E questo è avvenuto prima del 2021, quando poi c’era stato un aggiornamento capace di aggiungere a questo brillante risultato altri sette mesi e mezzo ulteriori, per un ritardo dotale di 32,5 mesi.

In merito ai possibili effetti collaterali, si parla di fenomeni definiti transitori e quindi passeggeri, e che non sono risultati essere di grande conto. Il sistema immunitario, con la somministrazione del farmaco indicato, riceve le giuste istruzioni per non attaccare per sbaglio le cellule del pancreas dalle quali ha origine l’insulina. Che per contenere il livello di zuccheri all’interno del sangue è fondamentale. Questa azione indebita del sistema immunitario avviene per via di una disfunzione, che però il Teplizumab riesce a modificare in bene. Ad ogni modo, per evitare la comparsa del diabete se non si ha predisposizione bisogna seguire una alimentazione sana. Mangiare bene è sempre la prima cosa da fare per non avere conseguenze in futuro.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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Salvatore Lavino