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Intelligenza artificiale: il ricercatore sostiene che è senziente

Pubblicato da
Lisa Girello

L’intelligenza artificiale fa un’altra volta parlare di sé: un ricercatore sostiene che il suo prototipo è senziente, ovvero pensa in modo indipendente.

L’intelligenza artificiale (AI) è la simulazione dei processi di intelligenza umana da parte di macchine, in particolare di sistemi informatici. Le applicazioni specifiche dell’AI comprendono i sistemi esperti, l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la visione artificiale.

Intelligenza artificiale (Canva – Inran.it)

In generale, i sistemi di intelligenza artificiale funzionano ingerendo grandi quantità di dati etichettati, analizzandoli in base alla ricerca di correlazioni e modelli e utilizzando questi modelli per fare previsioni sugli stati futuri. In questo modo, un chatbot che viene alimentato con esempi di testo può imparare a generare scambi realistici con le persone, o uno strumento di riconoscimento delle immagini può imparare a identificare e descrivere gli oggetti nelle immagini esaminando milioni di esempi. Le nuove tecniche di AI si stanno migliorando sempre di più e possono creare anche testi, immagini, musica e altri media realistici.

L’intelligenza artificiale è senziente: il ricercatore apre svariate cause legali

L’intelligenza artificiale è un argomento controverso fin da quando è stata creata. Stephen Thaler ha presentato diversi ricorsi legali legati al copyright del suo sistema AI, chiamato Dabus, con l’obiettivo di dimostrare che è in grado di pensare in modo indipendente.

AI (Canva – Inran.it)

Nel 2012 l’intelligenza artificiale messa a punto dal ricercatore Stephen Thaler, ha creato un’illustrazione dal nome A recent entrance to paradise. Di recente un giudice federale statunitense ha deciso che Stephen Thaler non può più rivendicare il diritto d’autore dell’opera. Tuttavia, Thaler, ha fatto ricorso per dimostrare che il suo dispositivo è senziente. Non è la prima volta che i giudici respingano cause di questo tipo. Anche nell’Unione Europea, negli Stati Uniti e in Australia sono successi casi analoghi a quello di Thaler. L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa, ovvero in grado di creare e progettare testi e opere, interpretare comandi e manipolare dati, suscita da sempre grandi riflessioni sulla natura della proprietà intellettuale, creando controversie legali.

Copyright (Canva – Inran.it)

Nell’ambito dei procedimenti legali che hanno fatto notizia in tutto il mondo, i casi di Thaler sono quelli più chiacchierati. L’analisi delle sue azioni legali, infatti, continua a rilevare quanto sia complesso il discorso legato all’intelligenza artificiale. Chi sostiene Thaler, vuole creare dei precedenti che incoraggino le persone ad usare l’AI per il bene sociale, ma è Thaler stesso a specificare che le sue cause non riguardano la proprietà intellettuale, ma il concetto di umanità. Secondo lui, il suo sistema Dabus è senziente perciò non ha senso togliere i diritti d’autore all’opera creata. Un argomento controverso dove ognuno ha le sue ragioni e i suoi pensieri.

Lisa Girello

Laureata in Scienze e Tecnologie della Comunicazione nel 2021, da sempre mi appassiona la scrittura. Divoro libri da che ne ho memoria ma le mie passioni più grandi sono il cinema, le serie tv, anime e manga. Da brava curiosa quale sono, adoro scoprire cose nuove e collaborare con Inran mi da la possibilità di farlo ogni giorno.