L’attore Francesco Montanari, il Libanese di Romanzo criminale, si racconta, la crisi lavorativa e la depressione che lo ha quasi schiacciato.
Gran parte del pubblico lo conosce con il soprannome del Libanese, il personaggio che gli ha dato successo e popolarità, ma Francesco Montanari è molto di più. L’attore ha dimostrato di essere di più di un singolo personaggio, e di avere un grande talento, tanto da ricevere numerosi premi, come il Nastro d’argento 2015, il Premio Flaiano 2018 o il premio al Cannes International Series Festival del 2018.
Anche se la serie Romanzo criminale lo ha reso una star del piccolo schermo, Montanari ha interpretato tanti film, tra cui Ovunque tu sarai, La settima onda, L’amore rubato e Le verità, tutte interpretazioni acclamate. Durante un podcast di quasi due ore, condotto da Daniele Rielli, l’attore si è raccontato, parlando anche della sua depressione.
Nelle due ore di intervista, caricate poi sul canale YouTube PDR di Daniele Rielli, Montanari ha affrontato tantissimi temi. Naturalmente, il focus è stata la sua lunga carriera, iniziata oltre 15 anni fa, quando Francesco, classe 1984, era un giovincello. A un certo punto dell’intervista, l’attore rivela di essere passato dall’essere considerato “l’ottavo re di Roma” a battersi per ottenere un provino per un film o per una serie TV.
In effetti, se si controlla la sua carriera artistica, si può notare uno spazio temporale abbastanza ampio, durato quasi tre anni, durante i quali Montanari non ha ricevuto alcuna proposta. Tra il 2012, ossia dopo aver archiviato brillantemente il ruolo del Libanese nella serie TV Romanzo criminale e aver preso parte a un paio di commedie, e anche alla serie Squadra antimafia 5, bisogna attendere il 2015 per rivederlo sullo schermo, prima con il film drammatico La settima onda, poi con la serie Questo è il mio paese, di Michele Soavi.
In quel periodo, come racconta lo stesso protagonista, il telefono non squillava, nessuno lo considerava. Dalle stelle alle stalle, una condizione che lo ha gettato nella spirale della depressione. Eppure, nonostante tutto, Montanari ha saputo dimostrare il suo valore, agguantando il premio come migliore interprete all’edizione 2018 del Cannes International Series Festival con la bella serie televisiva Il cacciatore.
È stato un grande ritorno al successo, dieci anni dopo il personaggio che lo aveva consacrato. Eppure, ancora oggi Francesco si sente un po’ un escluso dallo show business, nonostante il suo contributo alle serie TV italiane. Romanzo criminale, infatti, è stato precursore di tutte le serie che impazzano oggi sul piccolo schermo, legate agli ambienti criminali.
Persino il successo de Il cacciatore non è riuscito a rilanciarlo pienamente, e non si capisce il perché. Montanari si pone tante domande, forse ha un volto troppo particolare, forse è errata la scelta dei suoi agenti, forse sono le esigenze di mercato che non riescono a combaciare con i suoi progetti. Tuttavia, l’attore continua a lavorare, sia in televisione (Il grande gioco, 2022), sia al cinema (Ero in guerra ma non lo sapevo, Fabio Resinaro, 2022), e in più sta puntando sul teatro.