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Supporto al paziente

Scoperto un nuovo metodo di contagio da parte dell’Aids, perché è importante

Pubblicato da
Salvatore Lavino

C’è un nuovo metodo osservato in laboratorio e che riguarda un metodo di contagio dell’Aids. Tutto questo però apre a dei nuovi e fantastici scenari.

L’Aids è la malattia che, nel corso degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, era sinonimo di morte. La malattia a quei tempi gettò tutto il mondo nel panico. E non furono poche le celebrità che morirono proprio per colpa di questo virus, che veniva trasmesso in particolare a causa dello scambio di fluidi corporei o comunque con il contatto fisico. Ora dei ricercatori italiani e statunitensi che hanno collaborato insieme in una serie di analisi hanno scoperto quella che pare proprio essere una nuova modalità di contagio.

Degli scienziati che stanno lavorando ad uno studio con un microscopio (Foto Canva – Inran.it)

Il virus dell’Aids aggredisce le cellule sane per attecchire, come avviene con tutte le altre malattie virali note. Gli esperti in ambito medico hanno osservato proprio una modalità mai vista prima con la quale ha luogo questo processo. Ed i risultati di tutto ciò hanno trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Nature Communications”.

L’Aids ed una nuova via di contagio, qual è l’importanza di questa scoperta

La rappresentazione di un virus in azione (Foto Canva – Inran.it)

Il metodo standard che un virus ha per replicarsi all’interno di un organismo infetto lo vede attaccare le cellule penetrando all’interno del nucleo di quest’ultime. Ma lo studio italo-americano ha posto in evidenza che il virus dell’Aids – in inglese HIV – può penetrare nella cellula presa di mira anche nascondendosi all’interno dei cosiddetti endosomi. Si tratta di un insieme di membrane generate proprio dalla cellula contagiata per dare vita ad una invaginazione nucleare.

Da qui poi è facile raggiungere il nucleo e fare ammalare la cellula, anche mediante il ruolo giocato da tre specifiche proteine, chiamate rispettivamente Vap-A, Orp3 e Rab7. Gli scienziati italiani coinvolti nello studio fanno parte della Università di Palermo. Utilizzando le osservazioni qui ottenute gli stessi hanno sintetizzato un rimedio farmaceutico che si è dimostrato in grado di bloccare il sorgere di questo blocco di tre proteine. Alla prova pratica poi l’infezione indotta dagli stessi ricercatori non è riuscita. Il virus, senza queste proteine, non è riuscito a penetrare nelle cellule protette.

L’importanza di questa scoperta, possibili nuove cure contro malattie gravi

Un nastro rosso simbolo della lotta all’Aids (Foto Canva – Inran.it)

Questo stesso approccio potrebbe essere impiegato anche per fornire una nuova protezione contro malattie di tipo neurodegenerativo anche gravi come il morbo di Alzheimer e quello di Parkinson e non solo, e quelle legate a diverse forme di tumori. Tra queste anche le cosiddette metastasi, che sono in pratica l’espansione dei tumori nel resto del corpo rispetto all’organo di partenza colpito in origine.

Ma, a proposito di tumori, esistono anche situazioni e storie che vanno al di là dell’ambito scientifico. E che sfociano nei sentimenti, nelle emozioni e nell’inatteso. Con i moderni ritrovati della tecnologia è possibile progredire anche con la acquisizione di nuove conoscenze. E quindi anche con la messa in pratica di nuove tecniche allo scopo di trovare delle cure innovative contro diverse forme di malattie.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.

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Salvatore Lavino