Chiuso per sempre in un polmone di acciaio, un uomo diventato famoso per essere divenuto avvocato e scrittore ha vissuto la sua lunga vita in questo modo.
Un polmone di acciaio è un grosso macchinario predisposto per ospitare al suo interno una persona, allo scopo di aiutare quest’ultima a sopravvivere. E Paul Alexander vive intrappolato lì dentro, disteso, senza alcuna possibilità di potere uscire e di potere usare le mani e le gambe, da più di settanta anni. Lui è un avvocato e scrittore, ha fatto tutto quello che ha realizzato in vita sua restando imprigionato in quella struttura metallica senza la quale non sarebbe mai riuscito a vivere.
Paul Alexander perse del tutto la capacità di deambulare in autonomia da bambino, quando aveva appena 6 anni. Fu tutta colpa della poliomielite, che lo privò delle facoltà motorie ed anche del respiro autonomo. È per questo che venne inserito d’urgenza all’interno di un polmone di acciaio, dopo che questa malattia aveva aggredito in maniera irreversibile il suo midollo spinale e l’apparato neuronale. A quei tempi ci furono molti bambini che subirono altrettante tragiche conseguenze in Texas, dove scoppiò una epidemia da poliomielite.
Alexander ha imparato a fare una serie di azioni utilizzando un bastoncino da infilare in bocca. Così ad esempio ha sviluppato un grande talento da ritrattista, realizzando dei dipinti proprio in tal modo. E poi ha ingannato il tempo leggendo molto, studiando e laureandosi in Giurisprudenza. L’uomo è diventato infatti un avvocato, oltre a divenire pure scrittore. All’epoca di quando si ammalò di poliomielite fu un medico ad introdurlo subito in un polmone di acciaio perché si accolse che l’allora bambino non respirava più. E purtroppo da allora non è stato più possibile tirarlo fuori di lì.
Dal macchinario fuoriesce solo la testa della persona messa al suo interno. Col tempo è stato possibile comunque fare in modo che Paul Alexander fuoriuscisse da quella spaventosa strumentazione, dopo avere appreso la tecnica del cosiddetto respiro glossofaringeo. Ma senza polmone di acciaio lui non potrebbe sopravvivere per più di qualche giorno. E comunque va detto che l’uomo è sempre stato sorridente, e continua ad esserlo anche adesso. Il 77enne avvocato e scrittore è grato all’uomo che gli salvò la vita ed a tanti altri che, nel corso di più di settant’anni, lo hanno accudito e si sono presi cura di lui.
Questo suo atteggiamento può essere preso come esempio. Essere così felice di vivere è certamente qualcosa di molto bello, nonostante tutto. Ha anche esercitato la professione di avvocato, non laureandosi quindi solo per diletto, partecipando a più di un processo in tribunale a Dallas, la città dove vive. E nel 2020 questa persona dallo spirito fortissimo e dalla forza di volontà altrettanto invincibile ha dato alle stampe anche un libro autobiografico.
In questo racconto Paul Alexander ha descritto la sua intera vita, che è stata più interessante di quella di tanti altri nonostante questa sua asettica prigione forzata. Il libro ha come titolo “Three Minutes for a Dog” ed è stato stilato sotto dettatura sua. Ma con il solito bastoncino l’uomo ha anche scritto personalmente alcuni passaggi. E c’è anche un altro precedente avvenuto in Italia, che riguarda Rosanna Benzi, una nota attivista che si è battuta per il bene di tanti. Lei ha vissuto per 29 anni in un macchinario simile, sempre a causa della poliomielite.