Oggi scopriamo insieme come integrare la frutta durane lo svezzamento del tuo bambino: tutto quello che devi sapere!
Ogni persona è unica e questo vale anche per i bambini e le mamme lo sanno bene. Nessun bambino è uguale ad un altro ed è proprio per via di questa grande diversità che non esistono regole fisse quando si tratta di crescere un figlio.
Quando arriva il momento dello svezzamento, il bambino può finalmente cominciare a mangiare cibi diversi dal latte e, tra gli alimenti, c’è anche la frutta. Lo svezzamento dovrebbe avvenire intorno ai 6 mesi di vita, in quanto il latte materno da solo, da un certo momento in poi, non è sufficiente per garantire il fabbisogno di nutrienti di cui il bambino ha bisogno. È comunque consigliabile parlare sempre con il pediatra per quanto riguarda i tempi per cominciare lo svezzamento, che deve avvenire con alimenti solidi e semi-solidi.
Come integrare la frutta durante lo svezzamento del tuo bambino
La frutta è essenziale per il benessere del bambino in quanto è ricca di vitamine, fibre e sali minerali, nutrienti vitali per una crescita sana ed equilibrata. Grazie all’alto contenuto di acqua, aiuta anche a mantenere l’organismo ben idratato.
Quindi viene da sé che è importantissimo inserire la frutta nella dieta per lo svezzamento. Bisogna introdurre diversi cibi un po’ alla volta e, se prima le regole erano più rigide sull’ordine in cui farlo, ora non è più così. Prima di passare alla frutta vera e propria, meglio cominciare con omogeneizzati a base di frutta come mela, pera, prugna e banana, gradualmente espandendo la varietà di frutta nel menù del bambino.
L’inserimento della frutta dovrebbe essere fatto durante la giornata, in piccole porzioni e a orari opportuni, senza aggiungere zucchero. Quando sarà il momento di introdurre la frutta, meglio scegliere quella biologica così da evitare che sia piena di pesticidi.
Per quanto riguarda le quantità, queste dipendono dallo sviluppo e dalla crescita del bambino, devi anche valutare la reazione che tuo figlio ha verso il cibo stesso. Naturalmente, sempre meglio chiedere consiglio al pediatra che vi segue.
Aurora De Santis