Per quale motivo l’attore si tolse la vita, a distanza di anni ripercorriamo la vicenda di Robin Williams e della grave malattia che lo sconvolse fino a tal punto.
Robin Williams e la malattia che ha contribuito a portarlo alla morte, ancora oggi non sono poche le persone che si chiedono cosa sia accaduto l’11 agosto del 2014, quando il celebre attore originario di Chicago e con ascendenze britanniche venne ritrovato privo di vita nella località di Paradise Cay, in California. Noto ai più soprattutto per le sue partecipazioni come protagonista nei film “L’attimo fuggente” del 1989, “Hook – Capitan Uncino” del 1991, “Mrs. Doubtfire” del 1993, “Jumanji” del 1995 oltre a tanti altri (“Good Morning, Vietnam” del 1987), “La leggenda del re pescatore” del 1991, “Will Hunting – Genio ribelle” del 1998 che gli valse anche il Premio Oscar come migliore attore protagonista, senza dimenticare poi la serie tv “Mork e Mindie” nelle sue quattro stagioni intercorse tra il 1978 ed il 1982), Robin Williams scoprì la tremenda malattia che lo aveva colpito reagendo purtroppo in maniera molto negativa.
Susan Schneider, la sua terza moglie, conosciuta nel 2009 e sposata nel 2011, ha svelato quale fosse la malattia di Robin Williams, confermando anche come suo marito fosse colpito da ansia molto spesso. Il male al quale lei fa riferimento rappresenta una delle malattie più implacabili che ci siano ed erano state precedute da numerosi sintomi molto preoccupanti. Nel corso della sua vita l’artista aveva superato problematiche di salute molto gravi, tra le quali il consumo di cocaina avvenuto nel corso degli anni Ottanta.
Robin Williams malattia, perché lui si tolse la vita
L’attore scoprì di essere affetto dalla demenza da corpi di Lewy. Patologia che ha molti punti in comune con il temutissimo morbo di Parkinson. E non lo disse a nessuno se non alla moglie Susan. La quale ha poi dichiarato che, nel suo ultimo giorno di vita, lui era parso assolutamente normale. Ma se non si fosse suicidato, a suo dire Robin Williams sarebbe vissuto al massimo per altri tre anni tra grandi sofferenze sia fisiche che emotive. La conferma della esistenza di una grave malattia neurodegenerativa venne fuori nel corso dell’esame autoptico al quale fu sottoposto il cadavere svolto alcune settimane dopo la morte.
Inizialmente il tutto venne erroneamente scambiato per una depressione, alla quale possono essere ricondotti alcuni sintomi che caratterizzano anche il Parkinson ed altre patologie neurodegenerative del genere. Di recente comunque ci sono stati degli sviluppi importanti nella lotta a questo tipo di malattie. Alla fine Williams si tolse la vita impiccandosi con una cintura. La droga ed anche gli alcolici assunti in gioventù non c’entravano niente. Lui aveva cominciato ad avvertire i primi, gravi sintomi di questa condizione. Che erano costituiti da perdita di memoria – avvenne anche sul set di “Una notte al museo – Il segreto del faraone” – tremolii, perdita dell’efficacia del braccio sinistro, allucinazioni. Ed anche problemi di insonnia, allo stomaco, ansia e panico.
Resta il ricordo di una persona bellissima
Nonostante alcuni sbagli e due matrimoni falliti prima del terzo, con Susan, tutti quanti gli hanno sempre voluto bene. Ed anche il fatto di essersi tolto la vita non pone Robin Williams in una ottica negativa. Lui ha agito così perché era impaurito, spaventato da quello che gli sarebbe rimasto da vivere in una maniera del tutto nuova. La sua scomparsa arrecò tanta tristezza a tutto il mondo. Perché Robin sapeva fare ridere e rideva lui per primo di ogni cosa. E certamente molti tratti in comune con lui li ha condivisi Michela Murgia, scomparsa a sua volta per un grave male.