Addio alla scrittrice Michela Murgia, morta per colpa di un male incurabile e che ha sconvolto gli ultimi anni della sua vita. Lei però ha sempre reagito con grande forza. Di che cosa si trattava.
Michela Murgia è morta nel corso della notte di giovedì 10 agosto 2023. E purtroppo il triste evento non era inaspettato. La scrittrice sarda originaria di Cabras, in provincia di Oristano, si è spenta a Roma a causa di una gravissima patologia della quale soffriva da tempo. E che aveva rivelato a tutti quanti nello scorso mese di maggio, aggiungendo anche come questa condizione inesorabile le avrebbe lasciato solamente pochi mesi di vita. Ci si aspettava un decesso in estate, ed è stato così.
Nelle scorse ore è giunta la notizia di Michela Murgia morta, uccisa dal cancro ai reni al quarto stadio che lei in persona aveva rivelato all’opinione pubblica. Già allora, in primavera, la scrittrice, drammaturga, blogger, opinionista e critica letteraria, abituata da sempre a parlare senza alcun filtro e dicendo quel che pensava, aveva sottolineato come avesse metastasi diffuse nel cervello, nelle ossa e nei polmoni. Non era possibile fare niente per salvarla e l’unica cosa da fare era aspettare solamente lo sviluppo finale di questa tremenda condizone.
Michela Murgia morta, il cancro ai reni non era l’unica malattia
La scrittrice, nel 2014, si candidò alla presidenza della Regione Sardegna. Ed in quella circostanza, a soli 42 anni, scoprì di avere un cancro ad un polmone. La notizia l’aveva scossa anche per un altro motivo, ovvero per la sua totale avversione a ricevere pietismo e tanta retorica che molto spesso si fa in questi casi. Ad ogni modo Michela Murgia è morta da donna sposata, pur non credendo nella istituzione del matrimonio. Lei ha sposato Lorenzo Terenzi, 35enne attore e regista, appena tre settimane prima di morire.
E lo ha fatto per tenere fede ai suoi ideali. Queste nozze sono avvenute in articulo mortis, per fornire tutte le garanzie civili e sociali alla sua famiglia allargata. Il cancro al rene che ha ucciso la Murgia sembra che si sia sviluppato nel periodo della pandemia, circostanza che l’avrebbe portata a trascurare i controlli sulla sua salute. Personaggio non poche volte divisivo, la Murgia era comunque apprezzata e rispettata anche da coloro che non la pensavano come lei, proprio per il suo essere diretta e sincera.
Il libro crudo e spietato ma veritiero che la rese famosa
Questo era proprio lo stile de “Il mondo deve sapere”, il suo romanzo di esordio uscito in tutte le librerie nel corso del 2006. Il racconto era contraddistinto da uno stile a metà tra il drammatico ed il comico e narrava quelle che sono le dinamiche quotidiane che avvengono nei call center. I quali sono divenuti l’emblema del lavoro precario e privo di molte tutele che invece dovrebbero esserci e garantire dignità a chiunque lavori in un posto simile, a prescindere dall’età. Il cinismo e la crudezza acuti che caratterizzavano lo stile con il quale Michela Murgia raccontò il tutto lasciarono il segno.
E de “Il mondo deve sapere” venne realizzata anche una trasposizione cinematografica con il film “Tutta la vita davanti”, a distanza di due anni. Dei call center oggi si parla solo per la loro aggressività, per il rischio di truffe e per la volontà di svincolarsi del tutto dalla possibilità di essere contattati a qualsiasi ora da numeri sconosciuti. Ma molte volte chi compie queste telefonate compie solo il proprio lavoro, con la massima dignità possibile.