Disturbo da alimentazione incontrollata, quale il nesso con il deficit di attenzione? Sempre più pazienti riscontrano entrambe le patologie.
Prima di entrare nel cuore della notizia occorre fare due importanti distinzioni: con disturbo da alimentazione incontrollata vogliamo intendere in termini spicci “abbuffata di cibo”, ossia episodi in cui si assume del cibo in grande quantità e in un tempo relativamente breve. La sensazione è quella di non essere in grado di capire cosa e quanto si sta mangiando.
Mentre con deficit dell’attenzione, conosciuto come ADHD, si intende una condizione che si sviluppa specialmente durante l’infanzia: non va considerata come una malattia ma come un funzionamento differente del cervello. Coloro i quali soffrono di questa condizione sono eccessivamente sopra stimolati da ciò che accade all’esterno, ragion per cui anche la più innocua distrazione può risultare decisiva. Ci si interroga adesso sul tipo di collegamento che può esistere tra le due patologie. A rendersi conto in prima persona di ciò è stata la health coach Katy Weber la quale ha ricevuto la sua diagnosi di deficit dell’attenzione subito dopo quella legata alla disturbo da alimentazione incontrollata: sintomatologia che ha riscontrato in età adulta e che le ha permesso di fare definitivamente chiarezza su quelli che erano stati degli episodi significativi del suo passato. Oggi tutto ha più senso, ha affermato la donna.
Vogliamo concentrarci sul fatto che si stanno conducendo degli studi su questo tipo di collegamento, ma è stato stimato esserci un 30% di pazienti che sono affetti da disturbo da alimentazione incontrollata che hanno ricevuto anche la diagnosi di ADHD. Emerso che è presente specialmente nelle donne di età adulta. Ovviamente ogni caso deve essere affrontato in maniera specifica e a seconda del disturbo.
Un ruolo molto importante all’interno del disturbo da alimentazione incontrollata è quello dell’impulsività, in quanto vengono consumate quantità di cibo in larga scala e in breve tempo tendenzialmente senza rendersene conto. Inoltre, il sentimento che prevale è quello della vergogna e del rimorso da parte del paziente che decide di mangiare ben oltre il suo senso di sazietà. Ci si domanda, dunque, quale possa essere il trattamento più corretto da prendere in considerazione. Innanzitutto bisogna tener presente che i pazienti che soffrono di più disturbi sono più difficili da curare, specialmente perché il medico deve identificare qual è la sintomatologia da prendere in considerazione per primo rispetto all’altra. Ragion per cui si innesca una sorta di situazione di equilibrio.
Poniamo il caso di trovarci davanti ad un paziente è bipolare e affetto da ADHD: in questa circostanza il medico dovrà concentrarsi prevalentemente sul disturbo bipolare, proprio per evitare che possa aumentarne la gravità. Come spiegato da diversi psichiatri, occorre trattare il primo in modo che l’altro non peggiori.