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Alimenti e Nutrizione

Mai comprare del tonno se proviene da queste zone di pesca: sono le più inquinate e pericolose

Pubblicato da
Salvatore Lavino

Quando il tonno arriva da zone inquinate aumentano i possibili pericoli per la salute. Quali sono le aree ritenute più a rischio per via di elevati livelli di sostanze nocive nei mari.

Il tonno e le zone inquinate, quali sono quelle dalle quali è preferibile in assoluto evitare di portare a casa del pescato che arriva proprio da queste aree? Ci sono delle ricerche che vengono aggiornate di continuo e che riguardano la qualità delle acque dei mari e degli oceani dai quali l’uomo attinge il pesce che piazza nei vari punti vendita deputati. E questo pesce poi finisce sulle nostre tavole. Sono tante le qualità di tonno disponibili sul mercato, dalla pregiata qualità pinne gialle fino a diverse altre.

Un tonno di grosse dimensioni appena pescato (Foto Canva – Inran.it)

Purtroppo le parti da dove il tonno proviene riguarda anche non poche zone inquinate. E faremmo bene a questo punto a provare ad evitare l’acquisto di pesce che arriva proprio da queste aree. Ce ne sono quattro, indicate da delle apposite sigle e che sono anche alquanto grosse. Oltre a rappresentare anche quattro dei bacini più importanti da dove attingere pesce per i processi industriali in particolare. Non ci sono buone notizie in tal senso.

Tonno e zone inquinate, quali sono i rischi per la salute

Del tonno servito all’interno di un piatto (Foto Canva – Inran.it)

Se il tonno arriva da queste zone inquinate il rischio che corriamo è quello di acquistare del pesce che probabilmente sarà soggetto a contaminazione in particolar modo da metalli pesanti. I più frequenti riguardano il piombo, il cadmio, l’arsenio ed il mercurio. Si tratta di sostanze pericolose per la salute perché esercitano una tossicità nel lungo periodo. Il loro accumularsi all’interno dell’organismo può dare adito a delle conseguenze anche molto nocive sul metabolismo delle cellule ed anche per quanto riguarda altri aspetti della salute.

Non a caso esistono delle norme ben specifiche concepite da parte della Commissione Europea e che vengono applicate in tutti i Paesi che fanno parte della Unione Europea. Tra questi vige anche il limite massimo di livello di metalli pesanti presenti nel pesce. Il tonno ed anche il pesce spada rappresentano due tra gli esemplari ittici più sottoposti a questa problematica. I valori che fanno da tetto massimo e che vanno rispettati sono di 50 μg (microgrami) / g (TCF), e raddoppiano per il pescato di grandi dimensioni.

Quali sono le aree individuate

La coda di un tonno di grandi dimensioni (Foto Canva – Inran.it)

Una delle prime cose da fare quando acquistiamo del tonno confezionato in scatola consiste nel controllare un altro aspetto, oltre a quello che riguarda la data di scadenza. Si tratta della sigla che indica la provenienza di quel pescato. La dicitura fao 37 sulla confezione indica l’area del bacino del Mar Mediterraneo, che include anche le acque dell’Italia. Purtroppo questa risulta essere una delle zone più inquinate. E lo stesso vale pure per le aree che hanno le sigle fao 71, 51 e 34. Questi nomi indicano rispettivamente l’area dell’Oceano Pacifico nel Sud Est Asiatico, quella dell’Oceano Indiano al largo di Somalia, Kenya, Tanzania e Mozambico e quella dell’Oceano Atlantico nella porzione che va dal Portogallo fino alla costa occidentale dell’Africa a nord dell’Equatore.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.