Il commovente appello di Dante Belisari, il figlio del cantante di “Elio e le Storie Tese”. Le parole del tredicenne fanno il giro del web. Da ascoltare fino alla fine!
Non occorre che sia io a presentare il celebre gruppo Elio e le Storie Tese, nato a Milano nel 1980 e ancora oggi sulla cresta dell’onda. È una band che, senza alcun dubbio, ha cambiato totalmente il modo di fare musica – portando in Italia un genere del tutto nuovo ed un’innovazione non sempre capita dai più, dove spicca in particolar modo uno stile prettamente ironico e satirico.
Il gruppo ha dimostrato di essere particolarmente credibile, sebbene ricordiamo le stravaganti partecipazioni al festival di Sanremo dove hanno comunicato un messaggio non solo con il testo della loro musica, ma anche con il loro abbigliamento irriverente e urticante. Oggi, però, non vogliamo concentrarci sulla band ma in modo particolare su Stefano Belisari meglio noto come Elio. Leader del gruppo è la voce solista: è il compositore di molti dei suoi brani. Sempre stato particolarmente riservato sulla sua vita privata, sappiamo avere due figli gemelli uno dei quali autistico. Questa esperienza di vita lo ha portato, con il tempo, ad essere sempre più vicino genitori con figli autistici sostenendo importanti campagne di sensibilizzazione e normalizzando questa condizione.
In diverse occasioni il cantante si è espresso in tal proposito, cercando di smuovere le acque e di portare ad esempio la sua storia. Una storia anche molto fortunata, perché ci sono le possibilità di seguire il figlio nella riabilitazione, di aiutarlo a parlare, di andare a scuola. Un successo e un trionfo quotidiano, che non è per tutti. Egli stesso, infatti, ha ammesso che ci sono migliaia di bambini che non godono di questa particolare fortuna e che sono abbandonati senza alcun tipo di sostegno.
Ed è proprio inerente al concetto di scuola e di sostegno che si legano le parole di Dante Belisari, figlio di Elio. Con estremo coraggio il tredicenne ha scelto di salire sul palco di un evento organizzato a Carpi proprio da suo padre. Prendendo la parola ha esordito dicendo di essere autistico e di essere presente non solo per godersi il concerto, ma per spendere due parole nei confronti delle istituzioni, dei membri del governo in modo particolare del Ministro dell’istruzione.
Un discorso che nasce da un’esperienza vissuta in prima persona in cui Dante chiede al nostro governo di prestare più attenzione nell’assunzione di insegnanti di sostegno che devono essere necessariamente formati il più possibile per seguire alunni con disabilità cognitive. Intervenuto in favore del ragazzo, sposando il suo pensiero, anche Nico Acampora gestore della famosa pizzeria PizzAut, dove lavorano giovanissimi affetti da disturbo autistico. Molto severe le parole dell’uomo che ha voluto sottolineare che le aziende italiane sono tenute ad assumere personale disabile ogni 15 dipendenti.
Con molta amarezza negli occhi ha ribadito che purtroppo troppo spesso le aziende preferiscono andare incontro a contravvenzioni, piuttosto che assumere in sede un disabile. In ultimo è stato fondamentale anche l’intervento di Elio che ha voluto esprimere ancora una volta la sua vicinanza, sottolineando quanto l’intervento di Acampora sia stato estremamente dignitoso e che queste iniziative estremamente utili e fondamentali per l’inclusività, sono state create da zero senza alcun tipo di ausilio e sussistenza pubblica.
Il messaggio di Dante, appena tredicenne, è davvero molto semplice: è un ragazzo che non ha pregiudizi, che non vive di giudizi altrui e che vuole trovare il suo posto nel mondo, ma per farlo ha necessità di maggiori aiuto e questo aiuto deve arrivare necessariamente anche dal governo. Un ragazzo autistico è un ragazzo che può fare tutto: lavorare, studiare, amare, sognare. Non va etichettato e non va escluso, semplicemente sostenuto ad entrare nella società – grazie all’ausilio di figure specializzate.