La conosciamo come cattiva alimentazione o alimentazione scorretta: la definizione, però, non cambia in base all’aggettivo. Tutt’altro. Perché, purtroppo, nonostante le segnalazioni del Ministero della Salute, le persone tendono a sottovalutare ciò che mangiano.
Le cause di una cattiva alimentazione sono molteplici: c’è chi soffre di stitichezza e cerca sempre un rimedio immediato per andare in bagno; c’è anche chi lamenta spesso di avere la pancia gonfia o una mancanza di energie. È interessante notare come una cattiva alimentazione colpisca chiunque: dagli adolescenti agli anziani.
Cattiva alimentazione: cosa vuol dire?
Sentiamo spesso termini come “mangiare sano”, o “cibi fit”, ma non sempre riusciamo a seguire un’alimentazione pulita e corretta. Come si fa a capire che non si sta mangiando in modo sano? Perché la nostra alimentazione è sbagliata?
La definizione di alimentazione scorretta, oltretutto, ci porta a capire un aspetto fondamentale: quando mangiamo male, non diamo al nostro corpo tutti i nutrienti di cui ha bisogno, con cause ovviamente importanti.
Le cause di una cattiva alimentazione
C’è chi, per esempio, per mancanza di tempo, tra lavoro, casa e famiglia, non riesce a coniugare il tutto. Così la fretta si riconferma una “cattiva consigliera”: preparare un pasto al volo, magari già pronto, usando prodotti con conservanti, non è l’idea migliore, soprattutto se la dieta non è variegata.
Negli ultimi anni, poi, si è anche manifestato un certo aumento di ansia e stress. Questi due fattori contribuiscono non solo all’alimentazione, ma hanno un “peso” per il corpo stesso. Quando siamo stressati, tendiamo a mangiare in modo disordinato e, sì, non ci neghiamo mai i dolci.
Le cattive abitudini alimentari, però, hanno una radice: spesso si suggerisce di mangiare frutta e verdura, di evitare le bibite gassate, di prediligere un approccio al cibo molto più sano.
Ma non tutti sanno cosa dovrebbero mangiare, o quali alimenti preferire nella dieta. Proprio per questo sarebbe opportuno intervenire con una corretta educazione alimentare sin dalla tenera età.
I sintomi di una cattiva alimentazione
Siamo quello che mangiamo: ciò vuol dire che alla base di un’alimentazione scorretta troviamo sintomi piuttosto precisi. In molti possono soffrire di carenze nutrizionali, o di patologie legate proprio agli accessi, tra cui di zuccheri o di grassi saturi.
Non è così insolito sentirsi stanchi o affaticati, avere carenze di vitamina C e D, o di magnesio. Anche mangiare troppi carboidrati non ha un seguito “felice” per il nostro organismo: possono causare astenia e stanchezza cronica.
Quando consumiamo molti cibi grassi o fritti – che sono sicuramente buoni, ma di cui non dovremmo mai abusare – non è così insolito soffrire di disturbi gastrointestinali, tra cui diarrea, crampi, gonfiore addominale e stitichezza.
Quali cibi ridurre?
Premessa: è bene sentire il proprio medico e nutrizionista. Possiamo dare dei suggerimenti, ma è importante intervenire nell’immediato per correggere le cattive abitudini alimentari.
Solitamente, infatti, vengono condannati i carboidrati, ma ciò non vuol dire che non possiamo più mangiarli. Anche gli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi andrebbero limitati – bacon, fritti, insaccati, burro – o ancora le bevande con un alto contenuto di zucchero. La parola d’ordine è “limitazione”. Ma soprattutto bisogna prestare più attenzione verso la cura del proprio corpo e dell’organismo.