La vitamina D è un nutriente essenziale per il nostro organismo, ma spesso non le viene data la giusta importanza. Le patologie che potrebbero verificarsi in caso di carenza seria.
La vitamina D è uno dei nutrienti fondamentali per il nostro organismo. Moltissime persone al mondo ne sono carenti e da essa dipende la salute delle ossa e dei reni. Se a livelli insufficienti, possono verificarsi diverse patologie da monitorare costantemente attraverso le analisi del sangue. Vediamo insieme l’importanza di questo nutriente e cosa fare in caso di carenza.
Da cosa dipende la carenza di vitamina D? Partiamo col dire che circa un miliardo di persone al mondo ne soffrono. In età avanzata alcune delle conseguenze principali di livelli insufficienti di questa vitamina possono essere: osteoporosi, rachitismo, malattie renali o epatiche. Uno dei principali motivi è la mancanza di esposizione alla luce solare, soprattutto nei mesi invernali o per chi vive in luoghi con poca illuminazione solare.
Inoltre, una dieta carente di vitamina D può contribuire alla sua mancanza nell’organismo. Alcuni alimenti, come pesce grasso (salmone, sgombro, tonno) e tuorli d’uovo, la contengono naturalmente, ma spesso non ne assumiamo a sufficienza. Essendo un nutriente fondamentale per il nostro organismo, occorre reintegrarlo fin dall’età neonatale. Una quantità inferiore di questa vitamina può portare infatti a deformazione delle ossa, rachitismo nei bambini e moltissimi altri disturbi dello scheletro, dei reni e del fegato.
Negli adulti, la carenza di vitamina D può causare dolori osteo-muscolari, debolezza muscolare e fragilità ossea. Le persone con bassi livelli di vitamina D hanno un maggiore rischio di sviluppare osteoporosi e di subire fratture ossee, specialmente nelle ossa più vulnerabili come l’anca e la colonna vertebrale.
Per prevenire o trattare la carenza di vitamina D, è possibile ricorrere all’assunzione di integratori. Questi sono disponibili in diverse forme e dosaggi e possono essere somministrati sia ai bambini che agli adulti. Nei casi più gravi, il medico potrebbe raccomandare un trattamento a dosi elevate per un periodo limitato, seguito poi da una riduzione graduale fino ai livelli raccomandati per il mantenimento.
Una periodicità nelle analisi del sangue può naturalmente aiutare a prevenire livelli insufficienti o scarsi di questo nutriente fondamentale. Qualora gli integratori non bastassero, i medici potrebbero consigliare una dieta a base di cibi che ne sono ricchi. I soggetti maggiormente esposti ad una carenza di vitamina D sono: anziani, persone con la pelle scura, persone che soffrono di disturbi intestinali e non riescono ad assorbire correttamente i farmaci.
Gli alimenti che contengono vitamina D sono principalmente di origine animale. Ecco alcuni esempi:
Le quantità di vitamina D presenti negli alimenti di origine animale possono essere variabili e talvolta non sufficienti per soddisfare completamente il fabbisogno giornaliero. Pertanto, l’esposizione alla luce solare rimane una fonte fondamentale per il nostro organismo.
Quando possibile, cercare di includere nella dieta questi alimenti ricchi di vitamina D, ma fate attenzione a non esagerare con il consumo di pesce grasso, soprattutto se si tratta di specie ad alto contenuto di mercurio. Un’alimentazione varia ed equilibrata, insieme a una moderata esposizione alla luce solare, aiuterà a garantire livelli adeguati per una buona salute delle ossa e del sistema immunitario.