Scopriamo cos’è la CFS, ossia la Sindrome da Fatica Cronica, una patologia fortemente invalidante che compromette la normale quotidianità di chi ne è colpito.
C’è una patologia poco diffusa e che forse non tutti conoscono, la si indica con una sigla, CFS, ovvero Sindrome da Fatica Cronica, che influisce negativamente sulla vita quotidiana di chi ne è affetto. Le persone affette da questa patologie si trovano quasi isolate, spaesate, e devono combattere con molteplici problematiche.
Chiamata anche Encefalomielite Mialgica, la Sindrome da Fatica Cronica fa sprofondare l’individuo in una fatica estrema, che gli impedisce di dedicarsi alle comuni attività. Solitamente, è accompagnata da mal di testa, dolori articolari, dolori ai linfonodi, problemi di memoria, mal di gola, dolori muscolo scheletrici, in certi casi, si fanno fatica a trovare le parole corrette e, in altri, subentra anche una leggera febbre.
Quanto è grave la Sindrome da Fatica Cronica e come combatterla
Naturalmente, esistono vari gradi di intensità di questa patologia, ci sono casi lievi e ci sono casi estremi, che influiscono pesantemente sulla quotidianità e sullo stile di vita. Ovviamente, è ben diversa dalla debolezza cronica, che può dare origine alla miastenia gravis. In casi rari, la persona colpita addirittura non riesce ad alzarsi dal letto per lunghi periodi.
La malattia colpisce maggiormente le donne, molto meno gli uomini, e infatti viene classificata come patologia di genere. Come riferisce la AGENAS, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari di Base, questa malattia ha un forte impatto sociale, perché inevitabilmente ricade anche sulle persone care della persona che ne è affetta, dagli amici ai parenti, fino ai colleghi di lavoro.
La Sindrome da Fatica Cronica, nella maggior parte dei casi, insorge intorno ai 35 anni di età, ma ci sono casi di insorgenza precoce, addirittura in adolescenza. Nel 2004, per aiutare tutte le persone affette dalla patologia, è nata a Pavia l’Associazione Malati di CFS (AMCFS Onlus). Qui si sostiene il paziente fisicamente e psicologicamente.
In Associazione, infatti, sono presenti un neurologo, un biologo, uno psicologo della salute, un infettivologo, un anestesista, un pediatra infettivologo e un neuropsichiatra infantile. Si supporta il paziente e anche la sua famiglia. Inoltre, l’Associazione celebra, ogni 28 febbraio, la Giornata delle Malattie Rare, organizzando incontri per sensibilizzare la comunità alle problematiche legate a questa patologia rara.
La CFS è una malattia molto delicata, che isola la persona che ne è affetta, creando una situazione di alienazione involontaria. La CFS è riconosciuta dall’OMS e dal Servizio Sanitario Nazionale, anche se ancora non gode di trattamenti e terapie specifiche. Senza contare il mancato riconoscimento, da una parte della comunità medica, dello stato di “patologia”, che ne sminuisce la gravità. Ciò va ad aggiungersi alla solitudine del malato e alla sua esclusione sociale.