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Questione di intelligenza, ogni specie animale è dotata di un intelletto specifico

Pubblicato da
Andrea Cerasi

Spesso, riteniamo che la razza umana sia la più intelligente al mondo, e che le altre specie animali siano intellettualmente meno dotate.

Che l’essere umano si ritenga l’essere superiore, dominatore del pianeta, non è certo una novità. Le nostre abilità e il nostro spirito di adattamento ci hanno permesso di prevalere su tutte le altre specie animali, ma questi significa essere più intelligenti? In realtà, si tratta di una domanda sbagliata, perché ogni specie animale è dotata di un intelletto specifico. Ogni tipi di intelligenza è affascinante e curioso.

Intelletto delle specie animali (Canva) – Inran.it

Significa che non c’è, realmente, un animale più intelligente di un altro, ma che esistano diversi tipi di intelligenza, che differiscono in base alla razza. Tutti gli animali sanno comunicare tra di loro, e non solo comunicano, ma trasmettono le proprie sensazioni. Inoltre, tutte le specie animali del mondo sanno insegnare ai propri piccoli a come sopravvivere e a come procacciare il cibo.

La razza umana è la specie animale più intelligente del mondo: affermazione non del tutto vera

Scimmia (Canva) – Inran.it

Certo, gli animali non riescono a scrivere, non riescono a leggere libri, non riescono a suonare strumenti o a risolvere problemi matematici. Tuttavia, ogni specie ha la sua abilità. Ci sono quelli che si mimetizzano meglio, quelli che si arrampicano sugli alberi senza cadere, quelli che non si ammalano mai. Alcuni hanno un cervello molto più grande del nostro, eppure non sono più abili in molte cose. Come mai?

Secondo il biologo Glenn-Peter Sætre, l’essere umano ha la tendenza a sottovalutare le altre specie. Come afferma l’esperto, infatti, ogni animale è dotato di un’intelligenza specifica, e l’intelligenza non vuol dire che sia quella che noi consideriamo tale. L’intelligenza umana, ad esempio, sarebbe del tutto inutile applicata su altri animali, ai fini della sopravvivenza. Comunque sia, tutte le specie del mondo hanno un obiettivo comune: la sopravvivenza.

Evitare la morte è la missione di tutti gli esseri viventi sul pianeta, quindi tutti, nel corso dei milioni di anni, hanno saputo sviluppare tecniche di difesa, tecniche di attacco, tecniche di adattamento, per sopravvivere ai pericoli e alle condizioni climatiche. La sopravvivenza è una questione di intelligenza. Quindi, la razza umana è la più intelligente, in tal senso?

L’obiettivo comune di tutti gli esseri viventi: la sopravvivenza

Balenottera azzurra (Canva) – Inran.it

In realtà, l’intelligenza, nella sua forma basilare, è una forma destinata solo a evitare i pericoli, e a vivere evitando la morte. L’intelletto umano, però, ha arricchito l’intelligenza basilare, con forme di intelligenza che, in realtà, per l’esistenza, sono del tutto inutili. Per parlarci chiaro, non serve a nulla saper fare i calcoli matematici, o saper leggere, per evitare la morte. Per evitare la morte, serve solo sapere come nutrirsi, come prevenire le malattie, come capire i rischi, come riprodursi.

Il quoziente intellettivo (QI) non è il solo indicatore dell’evoluzione. Ad esempio, i molluschi, pur essendo privi di un vero e proprio cervello, riesco a sopravvivere. I corvi, invece, riescono a programmare il futuro, facendo progetti. Sono animali scaltri, e così le scimmie, dalle quali deriviamo noi umani, superano gli uomini in molti test di QI.

Il nostro cervello richiede molta energia per le sue funzioni, circa il 20% dell’energia totale, eppure rappresenta, come grandezza, solo il 2% del nostro peso corporeo. Le balene, invece, hanno un cervello molto più grande del nostro, ma impiegano meno energie per farlo funzionare, rendendolo meno efficiente. Il cervello umano è funzionale e compatto, fortemente elaborato e complesso, il tutto deriva dal fuoco e dalla cottura del cibo, almeno secondo Sætre.

L’intelletto umano deriva dalla conquista del fuoco

Pastore tedesco (Canva) – Inran.it

È il cibo, quindi la necessità di sopravvivere, che ha spinto l’uomo all’evoluzione. Cosa che gli altri animali non hanno saputo fare. La cottura del cibo è nata per evitare di morire per le infezioni, ma anche per rendere il cibo più digeribile. Tuttavia, il concetto del cibo cotto è una concezione antropocentrica, non applicabile sulla vita stessa.

Guardando alla sopravvivenza, è solo grazie alla cottura che siamo riusciti a sopravvivere, a differenza di tutte le altre specie animali. Significa che, in realtà, abbiamo sfruttato questa tecnica per non morire. Senza la cottura, probabilmente, i Sapiens si sarebbero già estinti da millenni, per via di infezioni e malattie, essendo gli animali più fragili sul pianeta.

Al di là del cibo, l’intelligenza animale si manifesta attraverso la capacità di apprendere, di imparare delle esperienze, di crescere ed educare i propri piccoli, di trovare nuove strategie di sopravvivenza, di sperimentare tattiche di caccia, o di manipolazione dell’ambiente.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.