Le cartoline sono ormai un oggetto obsoleto, che non utilizza quasi più nessuno, eppure mantengono ancora il fascino di un tempo.
Essenziali fino a una quindicina di anni fa, era impensabile andare in vacanza e non inviare neanche una cartolina agli amici o ai parenti. Era una forma di saluto così romantica, così efficace e così nostalgica. Inviare una cartolina significava molto, perché bisognava uscire, scegliere le immagini più adatte, acquistarle, tornare a casa e scrivere, a mano, un piccolo pensiero.
Era un gesto così bello e romantico, ricco di significato, soprattuto duraturo, un ricordo da collezionare, indelebile, oggi perduto in un mare di messaggi virtuali, di selfie, di vocali, di tag e di post sui social che hanno durata, al massimo, di qualche giorno. Le cartoline non le invia quasi più nessuno, sono un oggetto obsoleto, eppure ancora oggi si trovano in vendita nelle varie località turistiche.
Tra nostalgia e collezionismo, le cartoline come oggetto obsoleto, eppure magico
Secondo i dati forniti da Litoincisa87, una delle poche aziende rimaste a stampare cartoline, se fino a 20 anni fa si stampavano circa 400 milioni di cartoline all’anno, oggi si ne stampano un decimo, circa 40 milioni l’anno. Inoltre, di anno in anno, i numeri sono in progressiva diminuzione. Il crollo delle vendite di cartoline, ovviamente, è da attribuire agli smartphone.
Gli smartphone offrono la possibilità di una condivisione diretta di un ricordo, per le cartoline, invece, bisognava aspettare, anche settimane, a volte mesi, se ci sono intoppi con le poste. L’attesa era bella, ma meno comoda, sicuramente. Tuttavia, nel mondo ci sono ancora oggi numerosi collezionisti di cartoline, che hanno dato vita al cosiddetto postcrossing, che fa tornare in vita questa tradizione. Ma come nasce questo magico oggetto?
Bisogna risalire alla metà del 1800. Per evitare di scrivere lunghe lettere, nella metà del 1800 erano stati introdotti dei piccoli fogli di carta, privi di immagini, chiamati Correspondez-Karte, da spedire per tutto l’Impero Austroungarico. Qui si potevano scrivere semplici e corti messaggi, e allegare un francobollo. Nel 1875, poi, questo sistema veniva adottato in tutti i Paesi, grazie al Trattato dell’Unione Postale Generale.
Cari quei tempi in cui si inviava un saluto cartaceo
Con il trattato venivano scelte anche le misure standard delle cartoline, 15 cm per 10 cm, sulle quali venivano stampate le immagini più rappresentative di un luogo. Nel 1902, in UK, veniva standardizzata la cartolina moderna, quella che tutti noi conosciamo. Le cartoline davano origine a una nuova era di viaggi, erano moderne, sintetiche, veloci, e risparmiavano il tempo e la fatica di scrivere lunghe lettere. Erano e sono intuitive, leggibili da tutti.
Già nei primi anni della loro diffusione, molti intellettuali se ne lamentavano, perché toglievano il piacere della scrittura a mano. L’importanza della scrittura manuale torna in auge oggi, con lo sfruttamento dei dispositivi elettronici, che stanno creando seri problemi alla popolazione, specialmente ai ragazzi più piccoli, disperdendo una tradizione millenaria che invece andrebbe preservata.
La scrittura manuale, infatti, come affermano gli psicologi, è espressione del proprio carattere, è individualità, e ricerca di un’estetica, oggi messa in discussione dai caratteri standard delle tastiere di smartphone e PC. Tornando alle cartoline, le stime parlano chiaro: l’80% di coloro che le acquistano hanno più di 50 anni. Neanche a dirlo, l’Italia, nonostante ne produca più di ogni altra nazione, per via delle innumerevoli bellezze turistiche, è quella che ne fa meno utilizzo.