Sono sempre di più le pulci di mare individuate sulle coste italiane, un’invasione senza precedenti: cosa fare se si avvistano.
Sono conosciute con il nome di pulci di mare, per via della loro forma che ricorda la classica pulce, in realtà, non sono insetti, ma crostacei parassiti. Per l’esattezza, si tratta di anfipodi, i quali popolano le spiagge e la battigia, e sono un valido strumento di monitoraggio dell’inquinamento del mare. Si nascondono sotto la sabbia, e fanno piccoli balzi, che ricordano le pulci, appunto.
Questi crostacei anfipodi rappresentano un gruppo animale marino con una struttura morfologica simile a quella di un gambero. Popolano ogni angolo della terra, specialmente le zone tropicali, e spesso li troviamo attaccati sul dorso delle balene o su quello delle tartarughe, oppure aggrappati ai tentacoli delle meduse. Questi animali sono importanti per la salute dell’ambiente, ma ultimamente c’è un’invasione.
L’invasione degli anfipodi, le pulci di mare che colonizzano le nostre coste
Questi crostacei si nutrono di larve e di uova, e ripuliscono il mare dai detriti. A loro volta, sono nutrimento per molti pesci. Sono importanti per il monitoraggio delle acque, non a caso sono sfruttati come indicatore per la presenza di sostanze inquinanti e di microplastiche, dato che il loro ciclo vitale è determinato dal substrato. Sono molto fragili, quindi in caso di mare inquinato, questi muoiono.
Il fatto che ce ne siano molti sulle coste italiane è sicuramente un segno positivo, sintomo di mari italiani sempre più puliti, ma sono anche un’avvisaglia del pericolo di tropicalizzazione del clima mediterraneo. Negli ultimi tempi sono diventati davvero eccessivi, e molte spiagge hanno lanciato l’allarme. Le pulci di mare vivono in acqua, sospinti dalle correnti, e un loro morso può causare irritazioni alla pelle, per via delle sostanze urticanti che possiedono.
Uno dei sintomi più diffusi, a seguito di un loro morso, sono bolle rosse e fastidiose. Ad esempio, eclatante è stata l’infestazione sulla spiaggia di Cerveteri, dove molti bagnanti sono stati punti. Ma oltre a Cerveteri, sono molte le spiagge che hanno testimoniato aggressioni simili. Ben presto, si è diffuso l’allarme in tutta la penisola, da nord a sud.
Prima di tutto, bisogna chiarire che le pulci di mare non sono pericolose per la nostra salute. Un loro morso, infatti, comporta soltanto irritazione, bolle, prurito, qualche qualche ora, e poi l’effetto svanisce progressivamente. Non è nulla di grave, tuttavia, fare il bagno in acque prese d’assalto da questi animali non deve essere certo piacevole, e bisogna fare attenzione.
Come spiega il biologo Antonio Pizzuti Piccoli, le pulci di mare possono arrivare da un giorno all’altra su una spiaggia, proprio perché trasportate dalle correnti. Inoltre, non è detto che si stabiliscano in un luogo preciso per via della sua pulizia, ma solo per via della loro velocissima riproduzione. Quando si individuano gruppi di pulci di mare, occorre fare attenzione ai loro aculei urticanti.
In caso di puntura, occorre sciacquare la zona colpita con acqua di mare, per poi disinfettare con sapone antisettico e acqua fredda. Infine, basta applicare un po’ di crema lenitiva, magari a base di aloe vera, oppure di calamina o di menta piperita. Nelle pelle più sensibili, il prurito e il rossore possono durare anche qualche giorno. Comunque sia, le reazioni gravi sono rarissime.