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Salute e Benessere

Riso avanzato, la corretta conservazione previene diversi problemi di salute

Pubblicato da
Andrea Cerasi

In estate cuciniamo sempre il riso, per preparare ricche e fresche insalate, tuttavia, la corretta conservazione del riso avanzato previene diversi problemi.

In estate, cuciniamo spesso piatti a base di riso. Il riso è sempre il grande protagonista delle nostre tavole. Lo è tutto l’anno, ma in particolare, in estate, viene impiegato per la preparazione di mega insalatone, arricchite con tutto quello che troviamo in frigo. Spesso, ne cuciamo una buona quantità, per poi consumarlo giorno per giorno, senza dover cucinare di nuovo.

Ricca insalata di riso (Canva) – Inran.it

Preparare una grande quantità di riso è sicuramente una buona soluzione per evitare di cucinare ogni giorno, e quindi per risparmiare tempo. Inoltre, il riso è un alimento versatile, che si può accostare a qualsiasi altro tipo di cibo, ed è ricco di benefici, specialmente quello integrale. Tuttavia, bisogna fare attenzione alla sua conservazione, il riso avanzato, infatti, può comportare qualche problema di salute.

Come affrontare una corretta conservazione del riso avanzato ed evitare problemi

Riso bianco nella ciotola (Canva) – Inran.it

Conservato in modo errato, il riso può dare origine a intossicazioni alimentari. Riscaldare il riso, infatti, è sempre un’operazione delicata, e può essere rischioso per la salute, come conferma la National Health Service. In realtà, a destare preoccupazione non è il riscaldamento del riso in sé, quanto la modalità con cui viene gestito, una volta cucinato. Di solito, lo cuciniamo a poi lo lasciamo diverso tempo a temperatura ambiente.

Non deve essere lasciato fuori dal frigo per più di un’ora, questo perché il riso contiene spore di Bacillus cereus, un batterio responsabile dell’intossicazione alimentare. I batteri sopravvivono anche alla cottura, e proliferano a temperatura ambiente. Quando il batterio si moltiplica, rilascia delle tossine. Il risultato è che il riso diventa troppo contaminato, e può generare diversi disturbi, come mal di pancia, vomito, nausea, diarrea o crampi allo stomaco.

Porzione di riso (Canva) – Inran.it

I sintomi di un’intossicazione compaiono nel giro di qualche minuto, oppure nel giro di qualche ora. Sono sintomi lievi, ovviamente, e non superano mai le 24 ore, ma perché rischiare di rovinarsi la giornata, o peggio ancora, la vacanza? È importante, comunque, evitare il rischio di una contaminazione, basta non cucinare quantità eccessive di riso, in modo tale da consumarlo tutto nell’immediato, oppure conservare il riso avanzato in frigorifero, senza lasciarlo all’aria aperta per più di un’ora.

Inoltre, il riso avanzato si può consumare soltanto il giorno seguente, mai dopo 48 ore. Dunque, conservare una montagna di riso per 3 o 4 giorni, come si è soliti fare, non è certo una buona abitudine. Inoltre, occorre fare attenzione anche ai buffet nei locali, oppure alle feste, dove il riso viene lasciato a temperatura ambiente per diverse ore. Meglio non consumarlo, se è stato cucinato da più di un’ora.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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Andrea Cerasi