Quali sono le conseguenze nel mangiare cozze crude e quali sono poi le precauzioni da prendere per non andare incontro a delle situazioni potenzialmente pericolose.
Mangiare cozze crude può avere delle conseguenze importanti sul fisico. I mitili sono molto apprezzati in qualsiasi periodo dell’anno, sia in diversi primi piatti che nei secondi. Sono molto buone e non solo: al loro interno si trovano svariate proprietà nutrizionali molto importanti per l’organismo.
Le cozze sono ricche di:
- 82,1 g di acqua
- 11,7 g di proteine
- 2,7 g di lipidi (0,52 g di grassi saturi, 0,63 g di grassi monoinsaturi, 0,58 g di grassi polinsaturi (soprattutto omega 3);
- 121 mg di colesterolo;
- 2,8 g di glicogeno;
- 0,3 g di zuccheri solubili;
- 1,6 mg di vitamina B3 (niacina);
- 0,16 mg di vitamina B2 (riboflavina);
- 0,12 mg di vitamina B1 (tiamina);
- 54 µg di vitamina A (retinolo equivalente);
- quantitativi seppur minimi di vitamina C;
- 320 mg di potassio;
- 290 mg di sodio;
- 236 mg di fosforo;
- 88 mg di calcio;
- 44 mg di magnesio;
- 5,8 mg di ferro;
- 2,2 mg di zinco;
- 1,2 mg di rame;
- 49 µg di selenio.
E poi ovviamente il sapore provato nel mangiare cozze crude può risultare davvero inarrivabile. Ma è a dir poco indispensabile prendere delle precauzioni per non rischiare di correre dei rischi per la propria salute. Infatti ci possono essere delle conseguenze anche importanti qualora dovessimo ingerire delle cozze crude.
Mangiare cozze crude, le conseguenze e come comportarsi
Nelle cozze possono risiedere dei virus e dei batteri. Questi frutti di mare sono ritenuti gli spazzini delle acque salate. Assimilano di tutto, anche e soprattutto lo sporco. Ed è per questo che, una volta che le abbiamo acquistate in pescheria, dovremmo sempre metterle prima a spurgare.
L’ingestione di cozze crude o non cotte in maniera adeguata potrebbe dare adito alla comparsa di dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, gastroenterite e di una intossicazione alimentare in piena regola.
Gli agenti virali ed i batteri che possono veicolare sono soprattutto epatite A, Vibrio cholerae ed altri batteri che appartengo al genere Vibrio, Salmonellosi, tifo, Adenovirus e Norovirus.
Come cucinare le cozze
Inoltre si registrano anche situazioni di accumulo di microplastiche e di metalli pesanti nelle cozze, come mercurio, piombo, arsenico e cadmio tra gli altri. Bisogna sempre accertarsi di avere acquistato dei frutti di mare il più freschi possibile.
Poi vanno sottoposti a cottura ad almeno 65-70° per almeno sei minuti, o comunque fino all’apertura delle valve. L’importante comunque è seguire questa temperatura minima di cottura, che consente il disfacimento di ogni microrganismo nocivo al loro interno.
Inoltre anche il consumo delle cozze deve essere immediato o comunque avvenire al massimo nel giro di 24 ore dopo averle tenute rigorosamente in frigorifero quando avanzano dopo averle cotte, ed al coperto con un coperchio o con della pellicola trasparente.