La situazione in Italia non è affatto positiva in merito all’assistenza sanitaria agli anziani, nelle Rsa su mille anziani sono disponibili sono 19 posti.
Per quanto riguarda le aspettative di vita alla nascita e gli anni vissuti in salute l’Italia è al primo posto e questo è senza dubbio un dato davvero incoraggiante. Ma lo stesso non si può dire dell’assistenza sanitaria agli anziani, in questo caso infatti l’Italia si trova in fondo alla classifica.
Ad oggi non siamo infatti in grado di fornire assistenza a lungo termine agli anziani che ne hanno bisogno. La disponibilità delle strutture residenziali dedicate alla loro cura è davvero bassa. Nelle Rsa infatti per mille pazienti over 65 ci sono solo 19 posti, questo è ciò che è emerso dal documento ‘Il Servizio sanitario nazionale compie 45 anni’. A realizzarlo è stato l’Ufficio valutazione e impatto del Senato, che ha messo a confronto i dati dell’Italia con quelli di altre sette Paesi. Questi sono: Francia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna, Svezia e Stati Uniti.
Al penultimo posto della classifica si collocano gli Stati Uniti con una disponibilità di 30 posti. Al primo posto c’è la Svezia con ben 68 posti. In Germania la disponibilità è di 54 posti, mentre in Canada i posti sono 51.
Dati deludenti in Italia sull’assistenza sanitaria agli anziani, cos’altro c’è da sapere
Per via delle scarse e limitate risorse in Italia le cure domiciliari integrate fanno fatica a partire ed è ultima anche in merito alla spesa sanitaria pubblica totale in rapporto al Pil. Nel 2021 il dato era pari al 7,1% del prodotto interno lordo, al primo posto si colloca invece la spesa pubblica statunitense con il 15,9%.
La situazione migliora un po’ per quanto riguarda la disponibilità dei posti letto ospedalieri. In questo caso l’Italia tra i paesi europei si trova al terzo posto con circa 3,2 posti a disposizione per 1.000 abitanti. Al primo posto della classifica c’è la Germania con 7,8 posti disponibili ed è prima anche in merito al numero di infermieri in attività, 12 per mille abitanti. La Spagna e l’Italia hanno invece dati più deludenti, ovvero 6,1 e 6,3. L’Italia si trova invece al secondo posto per quel che concerne la prevenzione, il tasso di sovrappeso e l’uso di tabacco.
Il presidente della Societa’ italiana di geriatria, Andrea Ungar, fa sapere che al di là di qualche acciacco i loro anziani sono in buone condizioni di salute. Però, circa il 10% fanno i conti con qualche disabilità. Ha poi spiegato che le liste d’attesa per poter inserire un anziano in una Rsa sono davvero lunghe ed è per questo che inevitabilmente ricade tutto sulle spalle dei familiari che quotidianamente se ne prendono cura. Ha poi aggiunto: “A questo si aggiunge un netto gradiente Nord-Sud, che vede una forte penalizzazione delle regioni meridionali”.
Ungar ha continuato dicendo che le famiglie che se lo possono permettere dal punto di vista economico si fanno aiutare da infermieri privati e badanti. Però, non tutti hanno questa possibilità. A seconda delle patologie dei pazienti non è nemmeno semplice per i familiari affrontare tutto da soli perché non ne hanno le adeguate competenze. Ad esempio quando si parla di malattie come Parkinson, Alzheimer e disabilità gravi non tutti i familiari sono in grado di gestirle prendendosi cura degli anziani nel modo giusto.
Il presidente della Societa’ italiana di geriatria pensa che sia necessario un maggiore investimento non solo sulle Rsa ma anche sulla domiciliare assistenza e sui centri diurni. A parer suo queste potrebbero essere delle ottime alternative alle strutture residenziali.