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Calo delle nascite in Italia: nuovo record negativo

Pubblicato da
Sophia Melfi

Il calo di natalità in Italia continua a essere una sfida significativa per il Paese. Nei primi quattro mesi del 2023, si è registrato un calo del 1,1% delle nascite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con oltre 1.300 nuovi nati in meno.

Mano di un neonato (Foto da Canva) – Inran.it

Nonostante questa tendenza negativa, si è osservato un lieve aumento delle nascite nel Meridione, con la Puglia e la Campania in testa alla classifica.

Calo delle nascite in Italia: record storico

Neonato (Foto da Canva) – Inran.it

La situazione demografica italiana si è deteriorata nel corso degli anni, passando dal 2008 al 2022 con 184.000 nascite in meno, di cui 27.000 concentrate negli ultimi anni. Questo trend persistente è evidente nel dato del primo quadrimestre del 2023, confermando il declino delle nascite. Ciò ha portato a una popolazione totale di circa 58.800.999 persone, circa 70.000 unità in meno rispetto ai dati di dicembre.

Analizzando la situazione in modo più dettagliato, si può notare un lieve miglioramento nella regione del Sud Italia, dove le nascite sono aumentate nei primi mesi del 2023 rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il quadro generale mostra un calo costante delle nascite in tutto il Paese.

Il demografo ed ex presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ipotizza che un nuovo “atteggiamento culturale” sia una delle cause principali di questo calo di natalità. Sembrerebbe che una parte della popolazione non abbia una mentalità orientata alla genitorialità e non desideri assumere il ruolo di genitore. Blangiardo fa notare che questa tendenza si contrappone al fatto che le donne più anziane, sebbene abbiano una capacità riproduttiva inferiore a causa dell’età, sono più propense ad avere figli.

Un altro fattore che incide negativamente sulla natalità è il desiderio crescente di realizzazione professionale da parte delle giovani donne, che spesso si concentrano su ambiti diversi e lontani dalla genitorialità.

Le conseguenze economiche sul paese

Nascite (Foto da Canva) – Inran.it

Il calo di natalità ha importanti conseguenze a livello economico e produttivo per il Paese. Secondo Blangiardo, l’origine di questo fenomeno risiede in un fattore culturale che distoglie le nuove generazioni dalla procreazione. Tuttavia, è importante non semplificare e ridurre le cause del calo di natalità a meri atteggiamenti culturali. Le ragioni dietro questa tendenza sono complesse e vanno oltre una valutazione superficiale.

Il recente convegno “Demografica. Popolazione, persone, natalità: Noi domani” ha visto la partecipazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha sottolineato l’importanza di affrontare l’inverno demografico come una sfida da vincere. Il governo italiano ha adottato diverse misure per incentivare la natalità, come l’aumento dell’assegno unico, le norme sui mutui per le giovani coppie, il rafforzamento del congedo parentale e l’inclusione della composizione del nucleo famigliare e dei costi sostenuti per la crescita dei figli nei principi della delega fiscale.

Tuttavia, nonostante gli sforzi del governo, il problema della bassa natalità non può essere risolto solo attraverso incentivi economici e misure legislative. È necessario affrontare anche le sfide sociali e culturali che influenzano le scelte riproduttive delle persone.

La cultura dominante che ha eroso i valori legati alla famiglia e alla genitorialità per decenni è stata indicata come uno dei fattori principali del calo di natalità. È importante promuovere un cambiamento di mentalità che valorizzi la famiglia e la genitorialità, riducendo così gli ostacoli che le giovani generazioni incontrano nel prendere la decisione di avere figli.

I provvedimenti a livello politico

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sottolineato l’importanza di restituire agli italiani una Nazione in cui essere genitori non sia considerato fuori moda e in cui le madri non siano viste solo come persone che fanno una scelta privata. È necessario creare un ambiente sociale e lavorativo favorevole alla conciliazione tra famiglia e lavoro, offrendo servizi di assistenza all’infanzia accessibili e promuovendo politiche che agevolino il congedo parentale e la flessibilità lavorativa.

Inoltre, è importante affrontare le problematiche economiche e le difficoltà che molte giovani coppie affrontano, come la precarietà lavorativa, i costi elevati delle abitazioni e la mancanza di opportunità di carriera. Sostenere l’accesso a servizi sanitari di qualità, istruzione e formazione professionale può contribuire a migliorare la situazione economica delle famiglie e a creare un ambiente più favorevole alla natalità.

La soluzione al problema del calo di natalità richiede un approccio olistico che coinvolga diversi attori, tra cui il governo, le istituzioni, le comunità locali e la società nel suo complesso. È necessaria una combinazione di misure economiche, sociali e culturali volte a promuovere una cultura della famiglia e a garantire alle persone le condizioni e le opportunità necessarie per diventare genitori.

Affrontare il calo di natalità non è solo una questione demografica, ma ha implicazioni a lungo termine per l’economia, la società e il benessere delle future generazioni. È fondamentale agire in modo tempestivo e determinato per invertire questa tendenza e creare un futuro sostenibile per l’Italia. Solo attraverso un impegno collettivo e un approccio integrato si potrà affrontare efficacemente questa sfida demografica e costruire una società che valorizzi la famiglia e la genitorialità.

Sophia Melfi