Il lavoro può mettere sotto pressione, demoralizzare e soffocare una persona, influendo negativamente sulla vita: in aiuto arriva il terapeuta del lavoro.
Nella società moderna, il lavoro ha assorbito tutte le energie e concentrato s di sé tutte le attenzioni. Si vive per lavorare e non c’è rimasto più troppo tempo libero. Rispetto a qualche decennio fa, tutto, nella vita quotidiana, è accelerato, tutto è diventato troppo rapido, e facciamo fatica a stargli dietro. Il mondo del lavoro ha subito grosse rivoluzioni, alcune positive, altre certamente negative.
Secondo gli esperti, i lati negativi prevalgono su quelli positivi, con aumento degli orari di lavoro, decine di mestieri spazzati via delle innovazioni tecnologiche, e paghe rimaste ferme al 1991, almeno in Italia, che non permettono di affrontare in maniera tranquilla il caro vita. E pensare che l’ambiente lavorativo dovrebbe offrire benessere e serenità mentale, oltre all’indipendenza economica. Cosa è andato storto?
Quando il mondo del lavoro sembra fuori controllo: nasce la figura del terapeuta del lavoro
Si è disposti a sacrificare la propria salute mentale per lavorare sempre di più? Per scalare di grado? Per ricevere un salario più elevato? In realtà, tutti noi dovremmo pensare al lavoro come un mezzo per poter vivere dignitosamente e in modo sicuro. Non si deve sacrificare la propria vita privata, gli affetti o le proprie passioni per lavorare, ma il lavoro deve essere un supporto, psicologico ed economico.
Ma in questa società si dà troppo peso al lavoro, alla carriera, al guadagno, mettendo tutto il resto in secondo piano. L’attenzione al benessere dei dipendenti, in questo caso, è fondamentale. Lo hanno capito tante aziende, e non era difficile arrivarci: se un dipendente è sereno, lavora di più e lavora meglio. Non a caso, tutti i dati forniti dalle aziende a seguito dello smartworking sono stati positivi.
Si è assistito a un incremento della produzione e un miglioramento generale della qualità del lavoro. Questo perché i dipendenti, stando comodamente a casa, dormono di più, hanno più tempo per riposare, mangiano meglio (a proposito, ecco un consiglio per uno sfizioso spuntino durante il lavoro), hanno più tempo libero e non si stressano bloccati nel traffico. Nonostante ciò, l’Italia resta ancora indietro anni luce rispetto agli altri paesi europei.
Salute mentale dei lavoratori: la figura che arriva in aiuto nelle aziende
Se i paesi d’Europa premono per il lavoro da remoto, e stanno sperimentando addirittura le settimane corte o gli orari giornalieri dimezzati, in Italia si va dalla parte opposta. Il risultato? Lavoratori sempre più stressati, stanchi, frustrati, e qualità del lavoro che, come è naturale che sia, peggiora gradualmente. Per far fronte allo stress dei dipendenti, è nata addirittura una nuova figura professionale.
Il career coach, ossia il terapeuta del lavoro, aiuta i lavoratori che vivono stati di angoscia, di frustrazione e di disagio sul posto di lavoro. Numerose aziende nel mondo, infatti, si stanno adoperando per il benessere dei proprio dipendenti, introducendo proprio questa figura. Uno specialista che iuta il dipendente a valorizzare le sue qualità e a scoprire i suoi punti di forza.
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Negli Stati Uniti, dove questa figura è nata, la pratica di affiancare il terapeuta ai dipendenti è in uso già da anni. Ora è sbarcata anche in Europa, e si sta diffondendo sempre di più. Sicuramente, si tratta di valido sostegno psicologico nei momenti più difficili.