Il cervello cambia nello spazio: la scoperta incredibile sugli astronauti

Una notizia che ha dell’incredibile: un viaggio nello spazio cambia il cervello degli astronauti? La scoperta che potrebbe cambiare tutto.

I viaggi nello spazio sono ormai all’ordine del giorno. Abbiamo addirittura la Stazione Spaziale Internazionale che da anni orbita intorno alla Terra.

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Medico che controlla delle radiografie al cervello (foto da Canva) – Inran.it

Recenti studi hanno rilevato dei cambiamenti fisici negli astronauti, ed in particolare nel cervello. Sembra dunque che i viaggi spaziali portino ad avere dei cambiamenti fisici significativi e di cui bisogna assolutamente tener conto del futuro.

Viaggi nello spazio: come cambia il cervello degli astronauti e perché

Gli studi scientifici hanno evidenziato che i viaggi nello spazio possono creare non pochi problemi di salute per gli astronauti.

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Astronauta nello spazio (foto da Canva) – Inran.it

Infatti, un recente studio, che è stato pubblicato sulla rivista online Scientific Report, i viaggi nello spazio possono avere un impatto importante sui ventricoli cerebrali degli astronauti. I ventricoli sono cavità che contengono il liquido cerebrospinale, essenziale per la rimozione dei rifiuti e la fornitura di nutrienti al cervello.

Questa scoperta è importantissima in quanto i viaggi nello spazio sono ormai quotidianità e, anche molto presto, potremmo anche vedere nascere la prima colonia umana su Marte. Quindi, conoscere le conseguenze fisiche dei viaggi spaziali è una priorità che dobbiamo assolutamente rispettare.

Le scansioni cerebrali di 30 astronauti, prima e dopo i loro viaggi nello spazio, hanno evidenziato che i ventricoli del cervello si sono allargati nelle persone che hanno partecipato a missioni di durata superiore ai sei mesi. Queste modifiche si sono mantenute anche fino a tre anni dopo il ritorno sulla Terra. Ciò significa che i viaggi nello spazio ripetuti potrebbero causare cambiamenti permanenti nel cervello degli astronauti.

Infatti, in assenza di gravità, il fluido cerebrospinale va verso l’alto, spingendo il cervello all’interno del cranio e causando l’ingrandimento dei ventricoli. Lo studio ha evidenziato che più più tempo trascorrono gli astronauti nello spazio, più importante sarà l’espansione dei loro ventricoli. Ci vogliono poi almeno tre anni sulla Terra per riportare i ventricoli al loro stato originario.

Oltre ai cambiamenti a livello celebrale, bisogna anche considerare altre conseguenze sul fisico degli astronauti. Infatti, una delle conseguenze fisiche è anche l’atrofia muscolare, si può verificare anche una carenza di calcio ed alterazioni dei telomeri, che sono le estremità dei cromosomi. Inoltre, i viaggi nello spazio possono anche favorire l’avanzamento di malattie dovute all’invecchiamento e favorirebbero anche l’insorgenza di alcuni tipi di tumori.

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Tac al cervello e stetoscopio (foto da Canva) – Inran.it

Insomma, gli astronauti non sono solo esposti ai pericoli di viaggiare nel cosmo, ma anche a conseguenze gravi sulla propria salute a lungo termine. Questi studi sono, ora come non mai, molto importanti ed i loro risultati potrebbero aiutare gli scienziati a migliorare lo stato di salute dei viaggiatori spaziali.

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I ricercatori hanno anche sottolineato che non sono ancora del tutto chiare le conseguenze a lungo termine di questi cambiamenti sulla salute e sul comportamento degli astronauti e che è quindi essenziale permettere al cervello di riprendersi.

Aurora De Santis

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