Nuove terapie per combattere il tumore allo stomaco, una svolta che aumenta notevolmente la probabilità di sopravvivenza del malato.
Dei tumori più diffusi, quello allo stomaco è uno dei più aggressivi, tanto che comporta una percentuale di morte molto elevata, pari al 68%, nel giro di 5 anni. Inoltre, questo tipo di tumore incide maggiormente su un particolare gruppo sanguino. Tuttavia, l’introduzione di nuovi farmaci immunoterapici ha ridotto notevolmente l’aggressività della malattia, portando a un allungamento della vita.
Chi guarisce da un tumore del genere, però, deve sottoporsi a periodici controlli. Solo quattro volte su dieci il cancro allo stomaco si può operare in modo radicale, guarendo il paziente, tuttavia, subire la resezione dello stomaco comporta tanti problemi. Prima di tutto, occorre un supporto psicologico, perché non è semplice vivere con l’assenza di un organo e con la paura costante che la malattia possa colpire di nuovo.
Tumore allo stomaco, nuove terapie per contrastare un malattia così aggressiva
Chiara Santangelo, presidente dell’associazione Vivere senza stomaco si può, durante il Seminario Nazionale ha parlato dell’importanza della figura dello psiconcologo. Questa figura, nel corso del tempo è diventata fondamentale nella comunità scientifica e in ambito medico, per sostenere il paziente durante tutto il periodo buio. Lo psicologo accompagna il malato nel suo percorso e lo aiuta ad accettare la malattia, cercando di spronarlo a reagire con coraggio per combatterla.
L’assistenza psicosociale è di vitale importanza, non a caso, circa la metà dei gastroesecati, ossia coloro che hanno subito l’asportazione dello stomaco, richiede un interventi assistenziale. Purtroppo, però, ancora mancano queste figure, sono troppo poche, quando invece dovrebbero essere sempre disponibili per aiutare i pazienti che necessitano del loro servizio. Gli psiconcologi, ad oggi, esistono soltanto in tre Regioni.
Questa psicologia applicata all’oncologia, però, sta diventando sempre più importante, e aiuta le persone ad accettare e superare i vari disagi. Tra i disagi più comuni troviamo l’ansia, la depressione, la collera, disturbi dell’adattamento, il disturbo acuto di stress, la nascita di fobie, ipocondria, disturbi del sonno, insonnia, isolamento, pensieri di suicidio, regressione e confusione mentale.
Sono tutti disagi che spesso, a dire la verità, nella quasi totalità dei casi, emergono nei pazienti operati. Lo psicologo aiuta a vivere meglio la propria condizione, eppure questa disciplina è ancora oggi poco diffusa. Si tratta di una disciplina giovane, nata negli anni ’80, che si concentra sulla crisi che deriva dalla diagnosi di cancro, momento che stravolge la vita, un trauma enorme nella persona, e sulle strategie di adattamento per affrontare la situazione.
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Inoltre, la psiconcologia si rivolge non solo al malato, ma a tutta la rete familiare più stretta. Come lavora lo psicologo? Attraverso percorsi diversi, individuali o di gruppo, tecniche di rilassamento, condivisione di emozioni, aiuto nella gestione dei sentimenti e delle paure, al fine di ritrovare un certo equilibrio psicologico.