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Riso Basmati: attenzione al retroscena importante

Pubblicato da
Andrea Cerasi

Da dove arriva e cosa contiene il riso Basmati: è buono e nutriente, eppure nasconde un retroscena importante.

Ragazza delusa (Canva – Inran.it)

La nutrizionista Monia Caramma, autrice del libro “La verità, vi prego, sul cibo“, svela un retroscena importante e che riguarda il riso Basmati, una delle varietà di riso più consumate in assoluto. In Italia, il Basmati si è fatto largo anno dopo anno, in particolare per la preparazione di tantissime ricette esotiche, nonché adottato da tanti atleti e inserito nella propria dieta.

In effetti, il riso Basmati è davvero buono e nutriente, tuttavia, nasconde un lato oscuro. La Caramma, infatti, nel suo libro parla sia della provenienza del riso e sia dei pesticidi utilizzati per la conservazione. La nutrizionista, recentemente, ha fornito alcune informazioni preziose attraverso i suoi canali social, in particolare, su un video TikTok, che ha avuto un’eco importante.

Il lato oscuro del Riso Basmati, un retroscena da considerare al momento dell’acquisto

Sacco di riso Basmati (Canva – Inran.it)

Prima di tutto, bisogna tener presente l’origine di questa tipologia di riso, ossia da dove proviene: India, soprattutto, e Pakistan. Per giungere in Europa, dunque, il riso deve affrontare un lungo viaggio, spostato con camion e soprattuto con navi container attraverso l’Oceano Indiano. Queste navi container, per compiere tutto il tragitto e arrivare a destinazione, in Europa, impiegano circa 30 giorni.

Significa che il riso viene trasportato per un mese interno all’interno dei container, e in questo arco di tempo, il prodotto deve mantenersi intatto e sano. Ma come fa? È semplice, i coltivatori e i trasportatori utilizzano dei pesticidi e delle sostanze sterilizzanti per scacciare via eventuali infestazioni da parassiti e muffe. Il tutto, pur di mantenere il riso integro.

Ciotola contenente riso e peperoni (Canva – Inran.it)

Dei pesticidi utilizzati, però, circa il 90% sono sostanze vietate dalla Comunità Europea, perché considerate nocive e fin troppo aggressive per l’ambiente. È qui che si evidenzia una contraddizione all’interno del mercato del riso, ma più in generale per il mercato di tanti prodotti provenienti da altri continenti.

Se molte sostante sono proibite nella UE, cibi contenenti le stesse sostanze, ma proveniente da fuori Europa, possono tranquillamente entrare ed essere commerciati. Stesso discorso può essere applicato per i prodotti biologici, afferma Monia Caramma. Ma allora, cosa fare?

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Esiste un’alternativa, tutta italiana, al riso Basmati proveniente dall’Asia: è il riso a chicco lungo B, oppure l’Apollo. Queste tipologie di riso contengono lo stesso indice glicemico e lo stesso contenuto di amido del Basmati. Insomma, meglio prediligere prodotti italiani, a filiera corta, di qualità e sicuri, piuttosto che alimenti provenienti da lontano, che sono inquinanti per l’ambiente e nocivi per la salute.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.