Dalle ultime stime, emerge un dato preoccupante sull’età media dei medici di base: è troppo alta e non c’è un ricambio generazionale.
Come ben sappiamo, il ricambio generazionale in ambito medico è davvero uno dei punti critici dell’Italia di oggi. Sempre meno giovani decidono di studiare Medicina, per via di una lunga serie di fattori, cercando di specializzarsi su altre materie, o addirittura lasciando gli studi. Per quale motivo questa carenza di medici negli ospedali e di studenti nelle facoltà?
Prima di tutto, i salari miseri, con un’Italia sempre più povera. Dopo un percorso di laurea lunghissimo e dopo tanti sacrifici, si desidera uno stipendio adeguato, cosa che non c’è, così come non esiste in quasi ogni ambito lavorativo in Italia. Inoltre, la facoltà di Medicina, tra le più difficili in assoluto, non permette a tutti di accedere, a causa dei test di ingresso a numero chiuso. In questo modo, si perdono ipoteticamente tanti futuri medici.
Eppure, sono anche tanti gli studenti che abbandonano dopo pochi mesi dall’entrata in facoltà, oppure a metà percorso, perché demotivati, perché schiacciati dallo stress e perché incerti sul proprio futuro. I medici sono figure ovviamente importantissime, forse le figure sociali più importanti in assoluto, eppure, da qualche anno, inizia ad esserci carenza di vari ruoli.
In particolare, a colpire sono i dati forniti dall’Agenzia Sanitaria Nazionale delle Regioni Agenas, che rivelano una carenza disperata di medici di base. Questa figura sta lentamente scomparendo, proprio perché manca il ricambio generazionale. L’età media è di 66 anni, una media altissima.
Inoltre, secondo le stime, sarebbero meno di 700 i laureati per svolgere questa professione, negli ultimi sei anni. Significa che si laureano poco più di 100 medici di base all’anno. Quasi sempre, infatti, chi si laurea in medicina preferisce specializzarsi in altri ambiti. Ogni medico ha una media di 1300 pazienti, ma molti medici di base si ritrovano ad assistere anche 1600 persone.
Da poco, proprio per sopperire a questo dato, le Regioni hanno aumentato il numero degli assistiti fino a 1800. Occorre cambiare diverse cose, a cominciare dal sistema scolastico, fornendo borse di studio più remunerative per certi ambiti, e naturalmente occorre assicurare stipendi migliori, per spronare i ragazzi a intraprendere questa carriera.