Facciamo luce sulla donazione degli organi: ti sveliamo tutto quello che c’è da sapere su questo argomento così delicato e complicato.
La donazione degli organi è un argomento davvero delicatissimo e che va quindi trattato in ogni sua sfaccettatura. Si tratta di una pratica medica per mezzo della quale vengono estratti degli organi da un donatore (appena deceduto), gli organi vengono poi subito messi in sicurezza e trapiantati nel giro di poche ore ad un paziente in lista di attesa.
Non si possono donare tutti gli organi, ma degli organi precisi come cuore, fegato, polmoni, intestino, fegato e pancreas. Possono anche essere donati tessuti come valvole cardiache, tessuto muscolo scheletrico, cellule staminali, midollo osseo, cornee. Gli organi e i tessuti prelevati dalla persona donatrice vengono quindi trapiantati in un paziente bisognoso. Ma come funziona questa pratica? Ci sono dei rischi e dei retroscena che non conosciamo? Facciamo chiarezza
Come funziona la donazione degli organi: vantaggi e svantaggi
Da qualche anno a questa parte, quando andiamo a fare il rinnovo della Carta di Identità, possiamo esprimere il nostro consenso e il nostro dissenso alla donazione degli organi. L’argomento è davvero molto delicato e coinvolge tutti, dal donatore ai suoi familiari, così come coinvolge il ricevitore degli organi e la sua famiglia. Nel caso in cui non si sappia se la persona voglia donare o meno gli organi, sono poi i familiari a prendere questa decisione.
I donatori possono essere persone a cui è stata diagnosticata la “morte celebrale”, che hanno quindi subito una lesione cerebrale irreversibile. Dunque, il corpo del donatore è tecnicamente ancora vivo quando si donano gli organi. Ci sono anche donazioni in vita come quella del rene, del fegato e del midollo osseo, organi che possono essere donati quando il donatore è in vita e in salute senza particolari ripercussioni sulla propria vita.
Vediamo ora i pro e i contro. I vantaggi sono sicuramente moltissimi. In primis, il ricevente può guarire da diverse malattie molto gravi sostituendo l’organo malato o malformato. La donazione degli organi dà quindi speranza a pazienti e famiglie che non hanno altra scelta che sperare di ricevere la donazione in tempo utile, non essendoci cure disponibili per particolari e gravissime patologie. Il corpo del paziente che riceve potrebbe però avere una reazione avversa ed anche morire dopo il trapianto.
I contro sono diversi e altrettanto importanti. Di solito le persone si rifiutano di donare gli organi (o lo fa la famiglia al suo posto) per via del proprio credo religioso oppure per timore. Sembra infatti che, nonostante venga dichiarata la morte cerebrale, non si sappia con assoluta certezza cosa sente e cosa prova il paziente in fin di vita che dona gli organi. Inoltre, la donazione deve avvenire velocemente dopo la morte, una scelta così importante da prendere in modo repentino, potrebbe dunque scoraggiare i familiari dal prendere la strada della donazione.
Un altro fattore da considerare è anche il fatto che, dopo la donazione degli organi, i familiari del donatore non possono sapere a chi siano stati donati gli organi del caro defunto. Ciononostante, moltissime persone cercano i pazienti riceventi, forse anche per riuscire a superare la morte del proprio familiare; anche per dare un senso a quella morte che ha poi dato vita e speranza.
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Di recente, infatti, si stanno conducendo diversi studi per sorpassare lo scoglio del “fattore tempo” e alcuni scienziati hanno già trapiantato con successo degli organi dopo la morte effettiva del paziente. Sembra quindi che si stiano facendo molti progressi in merito alla donazione degli organi. Nessuno ovviamente può determinare cosa sia giusto o meno fare quando ci si trova in una situazione così particolare, la decisione è strettamente personale, sia che si propenda per il sì che per il no.
Aurora De Santis